Prostituzione, due arresti fra Trento e Rovereto
Due fratelli in carcere con l’accusa di avere sfruttato due giovani romene. Nella loro abitazione soldi e pistole giocattolo
TRENTO. Due fratelli albanesi sono stati arrestati dalla polizia con l’accusa di avere sfruttato due giovani romene nella loro attività di prostituzione in strada a Trento e Rovereto. I due erano stati denunciati nei giorni scorsi perché trovati in possesso di una mazza e di un tirapugni con cui avevano minacciato in piazza Santa Maria, a Trento, anche con una pistola giocattolo, un gruppo di nordafricani, accusati di disturbare le ragazze nella loro attività.
Ai due albanesi gli investigatori della squadra mobile di Trento sono arrivati grazie da una serie di controlli su alcune prostitute in attività in via Giusti, e in via Sanseverino, a Trento, a nel quartiere di Sant’Ilario a Rovereto. Individuati i due presunti sfruttatori, la polizia ha perquisito le loro abitazioni e ha sequestrato poco più di 4.000 euro, ritenuto provento dello sfruttamento, e una pistola giocattolo, la stessa usata spesso - secondo gli investigatori - per minacciare le giovani donne vittime o altre persone che disturbavano la loro attività.
Secondo la polizia il guadagno dei due albanesi si aggirava sui 10.000 euro al mese. Le indagini, iniziate in febbraio, sono state condotte su coordinamento del sostituto procuratore Davide Ognibene. Gli arrestati sono Liman e Leven Kaloshi, rispettivamente di 21 e 27 anni, in permesso di regolare permesso di soggiorno. L’accusa nei loro confronti è di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in concorso.