Pronto soccorso, scatta la rivoluzione ticket
Al via da oggi, i codici verdi pagano 50 euro per le visite specialistiche
TRENTO. Rivoluzione del "codice verde" al via. Da sabato primo ottobre, infatti, cambiano le regole d'accesso del pronto soccorso in provincia di Trento e, per la prima volta, anche questa particolare tipologia di pazienti pagherà un ticket di 50 euro. Questo nel caso risultassero necessarie consulenze diagnostiche o specialistiche da parte di altri reparti. In pratica il servizio diverrà parzialmente a pagamento se saranno necessari esami e consulti che non siano quelli che si effettuano al pronto soccorso.
Sembrerebbe una semplice stangata ma in questo caso lo scopo è, possiamo dire, "curativo". Il provvedimento, infatti, limiterà molto il numero di pazienti che si rivolgevano al pronto soccorso per bypassare il medico di paziente ed avere prestazioni specialistiche in tempi rapidi e a costo zero. Ma vediamo cosa succederà nel dettaglio. La formula 25-50-75. In pratica, una volta giudicati dal personale dell'ospedale come "codice verde" si avrà diritto alla prestazione gratuita se questa si concluderà all'interno del pronto soccorso, come avviene ora.
Da sabato, però, se sarà necessaria, ad esempio, una tac, la consulenza di un urologo, di un radiologo o gli esami del sangue si dovrà metter mano al portafogli. Cinquanta euro, salvo per gli esenti per motivi di reddito o perché appartenenti ad altre categorie. La faccenda ticket non si esaurisce qui. Al di là delle spese che gli utenti dovranno sostenere per i codici verdi esistono infatti già dal 2007 i ticket per i "codici bianchi" semplici: 25 euro, che diventano 75 nel caso in cui servano anche qui visite ed esami specialistici. Questo sistema, che in Azienda sanitaria chiamano del 25-50-75, dovrebbe evitare l'uso inappropriato del pronto soccorso.
In particolare, la delibera del 18 agosto che preannunciava la rivoluzione, parlava di «ragioni di equità» e di avvicinamento «del percorso di accesso alle prestazioni specialistiche del pronto soccorso a quello ordinario». Il che significa che a pagare non saranno tutti. Nella giungla delle esenzioni. Infatti ci saranno tante tipologie di pazienti destinati a passare indenni le forche caudine delle casse ospedaliere, anche di fronte a codici verdi che richiedono prestazioni e consulenze di tipo specialistico. Innanzitutto le fratture e i traumi (purché avvenuti nelle 24 ore precedenti l'accesso al pronto soccorso), gli avvelenamenti acuti, gli accessi cui segue un ricovero (o la morte) del paziente e gli infortuni sul lavoro riconosciuti dall'Inail. Poi i ragazzi sotto i 14 anni, i malati di malattie rare o croniche, le donne in gravidanza, le persone con un'invalidità superiore al 67% e i pazienti arrivati da un altro pronto soccorso. I redditi bassi.
Il nuovo "codice verde" a pagamento (così come per i codici bianchi) non riguarderà inoltre tutti quei pazienti che siano esentati dal ticket per motivi economici. Si tratta innanzitutto delle persone di età inferiore ai 6 anni e superiori ai 65 anni appartenenti a nuclei familiari il cui reddito familiare lordo è minore di 36 mila 152 euro, i disoccupati e i titolari di assegni sociali (compresi i famigliari a carico) e i titolari di pensione minima con più di 60 anni. In questo caso i famigliari a carico hanno diritto solo in condizioni particolari e specifiche. Insomma, la rivoluzione dei "codici verdi" permetterà delle vie di fuga da un lato ai bisognosi o a chi è già malato. Magra consolazione per tutti gli altri che, in buona o cattiva fede, avranno tutta la convenienza a mettersi in fila (anche) nell'ambulatorio del proprio medico di famiglia.
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