Progettone, rischio di una nuova stretta
Al vaglio di Provincia e sindacati una serie di correttivi Coppola: «Troppi i lavoratori dopo la riforma Fornero»
TRENTO. Nuova stretta in vista per il Progettone. Dopo l’innalzamento dell’età di ingresso, decisa l’anno scorso, si profilano nuovi correttivi in conseguenza della riforma Fornero che ha causato un’ipertrofia delle liste di mobilità. Più che di risorse è quindi un problema di numeri, conferma Innocenzo Coppola, dirigente del servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale della Provincia. «A prescindere dalle risorse che bene o male sono state mantenute su questo ammortizzatore sociale, ora oggetto di ipotesi di integrazione, c'è comunque la necessità, vista la riforma Fornero, di rivedere i criteri di ingresso. Già l'anno scorso siamo passati da 50 a 53 anni gli uomini e da 45 a 49 per le donne, perché dal ’90, quando è nato il progetto, sono cambiate diverse cose dal punto di vista pensionistico. Adesso con i sindacati e all'interno della commissione per l'impiego dovremo ragionare su come intervenire. Stiamo preparando degli incontri: c’è un clima di condivisione».
Il Progettone - continua il dirigente - «non è un ammortizzatore sociale in senso lato ma è nato per portare i lavoratori alla pensione». E’ improponibile gestirli per 20 anni: «Infatti: pensiamo a una donna che entra a 45 anni e deve arrivare a 65... Non possiamo permetterci che i numeri lievitino troppo: attualmente sono 1.100 i lavoratori fissi e 250-300 quelli assunti come stagionali. I primi devono provenire da liste di mobilità, gli altri da liste di disoccupazione. Questi ultimi non hanno diritto a un contratto a tempo indeterminato, ma noi li assumiamo in considerazione dello stato di indigenza e dell’età anagrafica». La riforma Fornero - spiega Coppola - ha una duplice ricaduta: «Da una parte c’è l'aumento dell'età pensionabile, dall’altra il divieto di fare contratti a tempo determinato per più di 6 mesi continuativi e 36 in totale».
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