Primarie, verso quota 5 mila iscritti
Domenica si vota per scegliere il candidato premier. Crescono i pre-registrati, ai seggi mobilitati oltre 600 volontari
TRENTO. Rush finale per le primarie del centrosinistra che decideranno il candidato premier della coalizione formata da Pd, Sel e Socialisti. Mancano solo tre giorni al voto di domenica, quando gli elettori saranno chiamati a scegliere tra i 5 nomi in campo: Pierluigi Bersani, Matteo Renzi, Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci. Per la prima volta si tratta di primarie vere di coalizione per decidere il candidato alla presidenza del consiglio alle elezioni della prossima primavera: nel 2005, alle primarie dell’Unione, votarono ben 4,3 milioni di cittadini ma il vincitore annunciato c’era già, Romano Prodi. Le volte successive - nel 2007 e nel 2009 - si votò invece per scegliere il segretario del Partito democratico.
Candidati, sfida a 5. Questa volta si tratta di una partita vera. Cinque i candidati in campo. Secondo gli ultimi sondaggi, sarebbe in testa il segretario del Pd Pierluigi Bersani (già ministro nel governo Prodi e D’Alema) che oggi si accredita come «l’usato sicuro» di fronte agli elettori del centrosinistra e propone un fronte dei progressisti (con Sel) per discutere - dopo le elezioni - un’eventuale alleanza con il centro per governare. Il principale competitor di Bersani, in qualche modo protagonista di queste primarie, è un altro esponente del Pd, Matteo Renzi, il sindaco di Firenze che si è battuto per ottenere le primarie tanto da costringere il partito a modificare il proprio statuto: propone un Pd a vocazione maggioritaria, che guarda al centro e strizza l’occhio agli elettori delusi di centrodestra (in materia di lavoro il suo programma è stato elaborato dal senatore Pietro Ichino). A rappresentare la sinistra della coalizione Nichi Vendola, leader di Sel e governatore della Puglia, che con Bersani (e il segretario del Psi Nencini) ha sottoscritto la Carta d’intenti del centrosinistra. Ci sono infine i due outsider: Bruno Tabacci, ex Udc, ora Api, assessore della giunta Pisapia a Milano e esponente dell’area cattolico-liberale; Laura Puppato, Pd, unico nome femminile, già sindaco di Montebelluna e oggi consigliere regionale del Veneto, è scesa in campo puntando su pari opportunità, green economy e diritti civili. Tutti gli occhi sono puntati sulla sfida Renzi-Bersani e che la partita sia incerta lo dicono i sondaggi, che danno Bersani avanti ma non abbastanza da vincere al primo turno. L’eventuale ballottaggio tra i due candidati più votati è in programma per domenica 2 dicembre.
Come si vota. Il meccanismo è più complicato delle volte precedenti, tanto da essere finito nel mirino dei renziani. Possono partecipare alle primarie i cittadini che hanno compiuto 18 anni, compresi gli stranieri con regolare permesso di soggiorno. Per votare occorre sottoscrivere l’appello «Italia BeneComune» e iscriversi all’albo degli elettori del centrosinistra. All’atto dell’iscrizione, dopo aver versato un contributo di 2 euro, si riceve il certificato. È possibile pre-registrarsi facendo queste operazioni ai gazebo allestiti fino a sabato o negli uffici elettorali (l’elenco si trova sul sito www.partitodemocraticotrentino.it): per chi lo avrà fatto sarà sufficiente presentarsi al seggio (collegato al numero della propria sezione elettorale) con documento d’identità, tessera elettorale e certificato di elettore del centrosinistra. Chi non si sarà pre-registrato potrà farlo comunque domenica, al seggio, anche se rischia tempi di voto più lunghi e qualche coda. C’è infine la possibilità di registrarsi on line (al sito www.primarieitaliabenecomune.it), stampare il modulo e completare la registrazione in un ufficio elettorale o domenica al seggio.
Ieri alle 17 erano 4.194 i cittadini preregistrati, che – spiegano al Pd - negli ultimi giorni aumentano a un ritmo esponenziale, tanto che la previsione è di superare quota 5 mila. Tanti o pochi? Difficile dirlo perché non ci sono precedenti con questo meccanismo.
I precedenti in Trentino. Alle primarie 2005 che incoronarono Prodi votarono 32 mila trentini, nel 2009 furono oltre 20 mila per scegliere il segretario del Pd (vinse Bersani) ma in quel caso c’era anche il traino della scelta del segretario provinciale (vinse Nicoletti), potevano votare anche i 16enni e c’era un sistema più semplice di votazione. Situazioni imparagonabili con le primarie di oggi, fanno notare al Pd. Quanto poi alla disaffezione per la politica che potrebbe far calare l’affluenza, si potrà valutare solo domenica.
La macchina organizzativa. La mobilitazione non è certo mancata, lo ha dimostrato la folla accorsa per Renzi e Vendola ma anche l’interesse suscitato dalle iniziative promosse nelle ultime settimane sul territorio dai comitati dei vari candidati (in Trentino manca solo quello per Tabacci). E il polso della situazione lo dà anche il numero dei volontari mobilitati ai 66 seggi allestiti in tutto il Trentino, una prova di radicamento sul territorio: almeno 5 persone a seggio (2 per le registrazioni, 3 per il voto tra presidente e scrutatori), in totale saranno oltre 600.
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