Primarie, si voterà sabato 6 o 13 luglio No agli spot elettorali
L’Upt insiste per spostare la data a metà luglio Oggi la firma delle regole su seggi, votanti e propaganda
TRENTO. E primarie furono, dopo settimane di stop&go con l’Upt che ha provato in ogni modo ad evitarle mettendo sul tavolo della coalizione una serie di nomi di possibili candidati unitari, tutti respinti da Pd e Patt. E così ieri sera il coordinamento dell’Upt ha preso atto di questa indisponibilità e ha confermato il sostegno convinto all’assessore Mauro Gilmozzi come proprio candidato. Il mandato al segretario Flavia Fontana è di chiudere oggi l’accordo di coalizione sulle primarie sulla data di sabato 13 luglio, per avere una settimana in più di tempo. Da parte sua, il Pd insiste su sabato 6.
La decisione arriverà dal vertice convocato per oggi alle 14, che dovrà suggellare l’accordo sulle regole della competizione. Posticipato alle 15 il termine per depositare le candidature che ad oggi sono 5: Alessandro Olivi (Pd), Ugo Rossi (Patt), Mauro Gilmozzi (Upt), Alexander Schuster (Psi), Salvatore Smeraglia (Idv).
Nel pomeriggio di ieri si era riunito il comitato tecnico incaricato di redigere il regolamento delle primarie, integrato dai segretari delle forze di maggioranza. Se la data resta ancora incerta, sugli altri punti del regolamento l’accordo sembra a portata di mano. I seggi alla fine saranno più del previsto, un’ottantina stima il segretario del Patt Franco Panizza che insiste per estenderli il più possibile per favorire la massima partecipazione».
Alle primarie potrà votare chi sottoscriverà un manifesto d’intenti in cui dichiara di riconoscersi nel centrosinistra autonomista, anche se l’Upt preme per un più stringente impegno al voto. Agli elettori sarà richiesto un contributo volontario, mentre alle spese dell’organizzazione provvederanno i partiti della coalizione e ognuno contribuirà sulla base dei voti presi alle ultime elezioni regionali (le forze che non erano presenti parteciperanno con un contributo del 5%). Altro nodo riguarda la propaganda elettorale. L’accordo raggiunto prevede che non sia consentita la pubblicità elettorale massificata, dunque niente spot né manifesti né depliant inviati in tutte le case. Saranno invece consentiti incontri, iniziative sul territorio, aperitivi, lettere ed email mirate. Il tutto nello spirito di una competizione leale e sobria, senza accentuare toni polemici tra avversari, visto che - chiuse le primarie - ci si troverà a doversi ricompattare e lavorare insieme per lo stesso obiettivo, vincere le elezioni vere di ottobre.
Ieri anche il Pd ha riunito i suoi organi, coordinamento e assemblea, che hanno dato mandato al segretario Michele Nicoletti e al presidente Roberto Pinter di chiudere l’accordo, possibilmente evitando di posticipare la data delle primarie a metà luglio. Intanto Il partito ha anche discusso delle regole per la composizione della lista, che ricalcheranno quelle di 5 anni fa, ricercando un equilibrio tra candidati espressi dai territori ed altri espressioni dei diversi mondi. Tra gli obiettivi quello di garantire la parità di genere, anche se l’obbligo di legge si ferma al 30%. Non si è discusso per ora di deroghe, tema che potrebbe riguardare eventuali esclusi perché candidati alle primarie per le politiche.
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