Prima casa, via la tassa ma non per tutti
Diversamente dal governo, la Provincia vuole tenerla per i «ricchi» che hanno immobili di pregio. Modello Bolzano
TRENTO. Il governo Renzi vuole abolire l’Imu sulla prima casa per tutti, anche per ville e case di lusso, nonostante Bruxelles preferirebbe veder detassato il costo del lavoro? La Provincia, che in materia ha competenza primaria, non seguirà questa strada.
La tassa sulla prima casa, che in Trentino si chiama Imis (che ha unificato Imu e Tasi) sarà ridotta per fasce, in funzione della rendita catastale, e resterà per chi ha rendite catastali alte. Il modello è quello approvato due settimane fa dalla Provincia di Bolzano: qui l’Imi sulla prima casa è stata cancellata dal 2016 purché l’abitazione non sia di lusso; è stato aumentato da 7 a 10 il numero di vani esenti, maggiorato dal 15 al 30% l’importo della detrazione, maggiorate le detrazione per i figli minorenni a partire dal terzo. Il minor gettito per i Comuni (10,9 milioni) sarà compensato dalla Provincia, almeno finché il governo non deciderà a sua volta per l’abolizione.
«Vogliamo fare in modo che chi ha una rendita catastale bassa non paghi», annuncia l’assessore provinciale agli enti locali Carlo Daldoss. Che qualche settimana fa (Trentino del 9 settembre) aveva bollato così la mossa del presidente del consiglio: «Un’operazione di disequità sociale», «una mossa popolar-elettorale che fa risparmiare qualche migliaio di euro a chi possiede immobili di alto valore e magari poche decine di euro a un operaio». Questo il giudizio politico, ma dall’altra ci sono le considerazioni finanziarie: se lo Stato riconosce ai Comuni il rifondo del mancato gettito (come Matteo Renzi ha più volte assicurato), là dove la Provincia decida di continuare ad applicare la tassa non avrebbe indietro nulla dallo Stato. E complessivamente il gettito Imis sulla prima casa vale 9 milioni di euro.
Qualche prima valutazione a livello di giunta è stata fatta. E la direzione è tracciata: sulla prima casa si pagherà meno, ma in proporzione al valore dell’immobile, dunque con un’attenzione a privilegiare nella detassazione le fasce basse. L’ultima manovra, sempre per garantire più equità, aveva sostituito la detrazione fissa (200 euro) con una sorta di franchigia sulla rendita differenziata in ciascun Comune.
Qualche dubbio su un’abolizione totale per tutti l’aveva espresso anche il presidente del Consiglio delle autonomie Paride Gianmoena: «Qualche riserva sull’esentare ville e castelli viene, sarebbe più equa una tassazione a scaglioni dando magari la possibilità ai Comuni di decidere». La legge appena approvata dal consiglio provinciale di Bolzano qualche margine di azione ai sindaci lo dà: consente ai Comuni di alzare l’aliquota sulle seconde case, dall’attuale 1,26 a 1,56.
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