Posta a giorni alterni a partire dal 2017
Sono 284 i Comuni del Trentino Alto Adige coinvolti, ma il postino lavorerà a singhiozzo anche a Trento: ecco il piano
TRENTO. Il volume della corrispondenza è in continuo calo, i costi del recapito sono sempre più impegnativi e Poste Italiane dice basta: «La consegna sarà a giorni alterni». Una rivoluzione che in Trentino Alto Adige partirà nei primi mesi del 2017 e che vede la nostra Regione tra le più penalizzate d’Italia.
Il recapito a giorni alterni in Trentino dal 2017
Il piano nazionale ha già ricevuto un primo via libera dall’Agcom - l’autorità garante delle comunicazioni - che deve sorvegliare sull’effettivo svolgimento del “servizio universale postale” da parte di Poste italiane. Il risultato è che il postino suonerà solo a giorni alterni. Il piano intanto è partito per una prima fase in alcune Regioni (coinvolgendo lo 0,6% dell’intera popolazione) con l’obiettivo di coinvolgere, a regime, il 25 per cento della popolazione. Peccato che in Trentino Alto Adige i tagli di Poste italiane riguarderanno addirittura il 61,9 per cento della popolazione ma avranno effetti sulla totalità dei cittadini visto che coinvolgeranno (sebbene in maniera più limitata) anche i capoluoghi di Provincia e i Comuni maggiori.
Cosa succederà?
La posta sarà consegnata a giorni alterni in 284 Comuni del Trentino Alto Adige secondo questo ciclo: lunedì, mercoledì, venerdì, martedì e giovedì, per un totale quindi di 5 giorni ogni due settimane (la metà del servizio attuale). Ma in realtà la consegna avverrà a giorni alterni anche nei Comuni principali (compresa la città di Trento) dove Poste promette comunque di attivare una “linea Plus” per il recapito della posta prioritaria e dei quotidiani che devono arrivare a destinazione il giorno successivo alla spedizione.
Quando?
In Trentino Alto Adige il recapito a giorni alterni scatterà nel marzo del 2017, con l’obbligo di informare nel dettaglio i Comuni entro il 2016. Intanto dal primo ottobre la modifica del servizio riguarderà i primi Comuni di Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia e Veneto.
Le proteste e i ricorsi
Contro il piano presentato da Poste italiane si sono schierati numerosi Comuni montani (non ancora quelli trentini che non sono stati finora coinvolti) ma anche le aziende editoriali che utilizzano i servizi postali. Scontato il rischio di ricorsi da parte degli enti locali, anche sulla base delle direttive europee sul servizio universale.
Montagna penalizzata
Poste italiane considera particolarmente costoso consegnare la corrispondenza nei territori che hanno meno di 200 abitanti per chilometro quadrato. In Trentino la densità abitativa media è di 87 persone per chilometro quadrato e quindi sono moltissimi i Comuni interessati dai tagli. In totale - secondo il piano dell’azienda - dovrebbe essere coinvolto il 61,9 per cento della popolazione, mentre a livello nazionale la percentuale è del 25%. E’ chiaro quindi che le aree montane (come l’intero Trentino) risultano penalizzate rispetto - ad esempio - alle aree metropolitane dove il servizio sarà garantito esattamente al livello attuale.