Polizia scopre clandestini falsi stagionali

Tre persone sono finite in manette: avevano fatto oltre mille pratiche



TRENTO. Facevano da intermediari per portare in Trentino, così come in altre tredici province italiane, lavoratori stagionali dal Bangladesh. Però era tutto falso. Sia le aziende in cui sarebbero dovuti andare al lavoro, sia le sistemazioni in alloggio per gli immigrati. In totale si tratta di 1.065 pratiche per persone destinate a aziende inesistenti e a abitazioni altrettanto fantasma in varie parti d’Italia. L’ha scoperto la polizia di Trento, quando è arrivata una segnalazione dell’ufficio provinciale del lavoro: impossibile dare i nulla osta, perché c’era persino un’azienda collocata su una parte di terreno dove in realtà passa l’autostrada A22 del Brennero. La parte italiana dell’organizzazione, secondo quanto emerso dall’indagine, faceva riferimento a tre persone, arrestate per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso materiale.

In Trentino, dopo la segnalazione dell’ufficio provinciale del lavoro, tutto si è fermato prima dell’arrivo delle persone dal Bangladesh. Era il 2010 ed erano 63 pratiche, tutte anomale, con le collocazioni di aziende e alloggi scelte s’ipotizza da fogli catastali, quindi a distanza. Gli arrestati infatti sono di Siracusa. Si tratta di Antonio Canto, 60 anni, del figlio Sebastiano, 26 anni, e di Corrado Caruso, 39 anni. Gli impieghi indicati nelle domande erano tutti per lavori in agricoltura, secondo la normativa, e gli immigrati erano del tutto ignari che sarebbero diventati clandestini. Avrebbero pagato dai 300 ai 500 euro a testa agli intermediari nel caso non avessero trovato un lavoro, ma anche da 3.000 a 5.000 euro per persona in caso di successo. Ciò credendo, a quanto emerso dalle indagini, fosse del tutto regolare, convinti probabilmente dagli intermediari locali. Risulta, a quanto riferito a Trento, che in altre province italiane una serie di nulla osta fossero stati rilasciati e che gli immigrati fossero già arrivati. «Un’operazione molto importante perchè di prevenzione sul territorio trentino - ha sottolineato il questore di Trento, Giorgio Iacobone - grazie alla collaborazione con l’ufficio del lavoro».













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