Politiche giovanili, un misero 6
Il sondaggio di Cia su un campione di 1500 utenti
TRENTO. “Sufficienza” scarsa alle politiche giovanili in Trentino secondo il sondaggio commissionato da “Agire per il Trentino” di Claudio Cia. L’indagine condotta su un campione di 1500 utenti ha analizzato le opinioni della popolazione sulla situazione sociale dei giovani fino a 32 anni.
Il consigliere Cia ha illustrato i risultati: «Interrogati sull’efficacia degli interventi provinciali, il voto medio degli intervistati è stato di 5,8 su 10. Ma i giovani tra i 18 e i 35 anni hanno dato un voto di 4,5, manifestando insoddisfazione verso le politiche che dovrebbero essere rivolte a loro». Il voto è di 6,7 tra chi ha più di 56 anni. Maggiore è la soddisfazione tra le donne (voto 6,3) che tra gli uomini (5,3).
Alla domanda se “rispetto al passato i giovani trentini incontrino più o meno problemi”, la risposta maggioritaria è al 37% “meno” problemi, al 32% “di più”, al 30% “uguale”. Il 55% degli under-35 lamentano maggiori difficoltà rispetto al passato. Al primo posto tra le maggiori difficoltà vi sono la mancanza di lavoro e lo sfruttamento economico al 37,8%, al secondo posto la mancanza di autonomia e il caro-casa al 36,4%; più indietro le scarse opportunità culturali e di svago, al 18,5%.
Cia punta il dito contro lo “sfruttamento” degli stagisti nella pubblica amministrazione: «Chi fa uno stage nel privato ha prospettive di essere assunto, mentre nel pubblico questa possibilità non esiste, è puro sfruttamento». Giacomo Bezzi (Forza Italia) definisce le politiche giovanili della PAT come “assistenzialistiche”: «Si buttano via tanti soldi per promuovere iniziative che “sistemano” solo i giovani vicini al partito. Per questo tanti trentini vanno all’estero. Bisogna ridurre la burocrazia per favorire le energie giovani e le start-up». Alessandro Savoi (Lega) chiama in causa l’Università: «Deve puntare sull’integrazione con le imprese».