Piste e impianti, spunta il «nodo» dei 21 milioni
L’attacco di Rossi. L’ex governatore ricorda il piano che nel 2017 salvò Folgarida-Marilleva: «La Provincia guidò l’operazione. No a Serodoli, ma già si parlava di effettuare altri interventi»
Trento. «Sulle aree sciabili la giunta provinciale dica chiaramente come la pensa, perché finora abbiamo letto dichiarazioni ben diverse da parte del vice presidente Mario Tonina e dell’assessore Roberto Failoni ed è giusto ricordare che per quanto riguarda l’area del Trentino occidentale c’è un intervento della Provincia con 21 milioni di euro (veri, non chiacchiere) che prevede impegni ben precisi per il 2021». Lo ha detto l’ex governatore Ugo Rossi che sulla questione delle aree sciabili e sull’intervento provinciale nella vicenda Folgarida-Marilleva (due anni fa) ha presentato due interrogazioni.
La questione ambientale
Una cosa è certa: l’ampliamento delle aree sciabili nella maxi ski area Pinzolo-Campiglio-Val di Sole non troverà certo il «muro» del Patt. Che però - attraverso Rossi - entra nel merito della questione: «È il momento di smetterla di essere generici. Per quanto riguarda Serodoli eravamo contrari all’epoca e lo siamo tutt’ora perché gli interessi ambientali appaiono prevalenti rispetto alle esigenze delle società funiviarie. Diverso è il discorso per gli altri due interventi di cui si discute, cioè la pista da 5 Laghi a Plaza (in corrispondenza del collegamento Pinzolo-Campiglio) e gli interventi ipotizzati nel’area Mondifrà-Valbiana. In questo caso - continua Rossi - si tratta di interventi che hanno una logica, già ipotizzati nell’estate del 2017, quando non abbiamo organizzato solamente un “mero salvataggio” della società funiviaria della valle di Sole». L’ex governatore ha ricordato come all’epoca si sia trattato di garantire il controllo della società da parte del “sistema trentino” (di fronte al rischio di “strane scalate” da parte di soggetti esterni) ma anche di realizzare un obiettivo strategico di “politica economica della montagna” fondamentale per i territori di montagna.
La maxi società funiviaria
L’obiettivo - ha ricordato Rossi - era quello di arrivare alla costituzione di una società unica tra Funivie Campiglio e Funivie Folgarida Marilleva entro il 2021, con il coinvolgimento in una fase successiva anche delle Funivie Pinzolo. Ora la domanda è questa: «Il governo provinciale ha confermato il contenuto degli accordi? In caso contrario come intende agire? E in caso di risposta positiva, qual è il programma di lavoro da qui al 2021?» questi gli interrogativi che Rossi ha indirizzato al nuovo governo provinciale. E ha ricordato l’intervento pubblico formalizzato il 20 settembre del 2017 quando la Provincia - attraverso Trentino Sviluppo - partecipò con 21 milioni di euro alla cordata trentina “Sviluppo aree sciistiche” che acquistò le azioni derivanti dal fallimento di Aeroterminal, con il pagamento di parte dei debiti e l’acquisto di azioni anche da parte dei soci di minoranza. Gli altri partner dell’operazione erano le Funivie Campiglio (con 23 milioni di euro), la Val di Sole group (con 5 milioni di euro) e altri soggetti privati per un totale di 4 milioni di euro, fino a una somma complessiva di 53 milioni di euro. La somma necessaria per l’acquisto del pacchetto azionario era comunque di 30,8 milioni di euro. L’obiettivo della società unica - da costituire entro il 2021 - era quello di “governare in maniera efficace e razionali le scelte di sistema riguardanti l’intero comprensorio, comprendente Campiglio, Folgarida-Marilleva e Pinzolo, facendo tesoro della già consolidata collaborazione esistente sul versante commerciale” recitava il comunicato stampa ufficiale della Provincia. I giornali dedicarono i loro titoli alla società funiviaria più grande dell’Arco alpino. Che però - a distanza di due anni - ancora non c’è. Con Ugo Rossi che ora chiede: «La posta in gioco è molto alta, la nuova giunta dica chiaramente quali sono i suoi programmi su questi fronti».
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