Piazza Mostra, legittimo rivedere il progetto 

Beppo Toffolon (Italia Nostra) risponde al contro appello: «Il concorso non basta, giusto il dibattito»



TRENTO. Botta e risposta sul progetto di riqualificazione di piazza della Mostra, tra professionisti che lo bocciano e quelli che lo sostengono. Quest’ultimi hanno presentato un documento sottoscritto da 118 tra architetti ed addetti ai lavori per difendere l’operazione del Comune e della gara di idee «perché è il concorso la sede del dibattito e del confronto tra progettisti». Da parte delle associazioni di Italia Nostra e Fai, come si ricorderà, era venuta la pesante critica al progetto vincitore che non avrebbe tenuto conto della storia e del valore del luogo su cui si affaccia il Castello del Buonconsiglio, snaturando l’assetto della piazza. I 118 firmatari, capofila l’architetto Alberto Winterle, ex presidente dell’Ordine, sostengono che «Italia Nostra delegittima gli esiti del concorso per la riqualificazione di Piazza della Mostra e rischia di mettere in discussione l’utilizzo di questo importante strumento». Ora la risposta del collega Beppo Toffolon (presidente di Italia Nostra) che scrive: «Dispiace che il contro appello dell'architetto Winterle non contenga apprezzabili contributi a quel “proficuo dibattito sulla città che vorremmo abitare" – che anche Italia Nostra auspica – e sposti invece la discussione sulle procedure per l'assegnazione degli incarichi e, marginalmente, sul rapporto tra passato e presente».

E aggiunge: «Italia Nostra non intende "delegittimare" alcunché: il bando non obbliga il Comune a incaricare il vincitore e ancor meno a realizzare tale e quale il progetto selezionato. La richiesta di non procedere all'incarico o di rivedere il progetto è quindi pienamente legittima, essendo opzioni previste dalle regole di questo concorso (art. 5.2 e 5.5). Va da sé che la decisione spetta al Comune». Sulla procedura del concorso, Toffolon precisa che quest’ultimo «non offre nessuna garanzia in sé: né per i progettisti, né per i committenti, né per la collettività».

Ma, continua, non si può pretendere di «accettare acriticamente l’esito del concorso, quest’ultimo è il luogo del confronto tra progetti, non è certamente "la sede del dibattito": la discussione (prima, durante e dopo) non può che avvenire altrove. L'appello d'Italia Nostra riconosce apertamente l'utilità del concorso: proprio dai progetti presentati, infatti, è emerso un nuovo scenario che modifica radicalmente le premesse iniziali del bando. Non tenerne conto vuol dire sprecare un contributo utile ed originale».













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