«Più donne in politica» Il nostro appello ai partiti

Parte la campagna del «Trentino» per una legge sulla doppia preferenza di genere che garantisca la giusta rappresentanza femminile nel consiglio provinciale


di Chiara Bert


TRENTO. Solo pochi giorni fa questo giornale pubblicava i dati sull’occupazione femminile in Trentino: nei primi tre mesi del 2013, rispetto al 2012, sono state 3.500 in più le donne al lavoro, pur di fronte ad un tasso di occupazione fermo al 58% rispetto al 72% degli uomini. Un dato che - in un periodo di crisi e di aumento dei disoccupati - ci parla, anche grazie agli incentivi di sostegno della Provincia per chi assume donne disoccupate o inattive, o che stabilizzano lavoratrici precarie, di un maggior protagonismo delle donne nell’economia.

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Stridono dunque ancora di più i numeri della presenza femminile nel massimo organo rappresentativo del Trentino, il consiglio provinciale: dove su 35 consiglieri, sono solo 4 le donne elette (Margherita Cogo e Sara Ferrari del Pd, Franca Penasa ex Lega oggi Gruppo Misto, Caterina Dominici del Patt), a cui si è aggiunta Vittoria Agostini (Upt) subentrata a fine gennaio a seguito delle dimissioni di Lorenzo Dellai.

Ed è in questo consiglio provinciale che nasce la proposta della «doppia preferenza di genere» che da settimane è oggetto di scontro politico a poco più di quattro mesi dalle elezioni provinciali. Il senso è questo: se si sceglie di esprimere due preferenza, una dev’essere data ad un uomo e una a una donna. Un modo, secondo i promotori di tre diversi disegni di legge - Margherita Cogo (Pd), Roberto Bombarda (Verdi) e Franca Penasa (Misto) - di sostenere le candidature femminili e permettere che le donne elette in consiglio siano il 50%. Quote rosa, dunque, e lo scontro è assicurato. Tanto che in consiglio c’è chi - come Alessandro Savoi della Lega e Nerio Giovanazzi di Amministrare il Trentino - hanno annunciato ostruzionismo se la proposta di modifica della legge elettorale arriverà in aula. Si tratta - hanno detto - di un disegno di legge che viene proposto solo ora per motivi di propaganda elettorale. La proposta Cogo risale infatti al 2010, ma la consigliera non accetta l’accusa di averlo presentato tardi: «Quando abbiamo tolto la porta girevole chiesi di poter presentare la doppia preferenza e mi fu risposto che avrei vanificato il tentativo di tagliare i costi della politica perché l’accordo tra maggioranza e minoranza era di non toccare nient’altro della legge elettorale. Però l’impegno a portare il ddl in empo utile per le elezioni di ottobre era stato preso e non è stato rispettato». Il presidente del consiglio Bruno Dorigatti ha chiesto al presidente della commissione competente di accelerare l’iter dell’esame del disegno di legge in modo da poterlo portare in aula a luglio. «Ma anche se venisse approvato oggi - chiarisce Dorigatti - non potrà entrare in vigore alle elezioni di ottobre perché non ci sono più i tempi necessari richiesti dal referendum obbligatorio in materia elettorale». In ogni caso, dunque, si voterebbe con la doppia preferenza di genere solo nel 2018.

Oggi il Trentino lancia una campagna per chiedere al consiglio provinciale un segnale, l’approvazione di una legge che garantisca un consiglio rappresentativo di entrambi i generi. Chiediamo un impegno alle forze politiche perché, indipendentemente dall’entrata in vigore, considerino questo un passaggio di civiltà. Non basterà, certo. Perchè le pari opportunità passano per partiti che mettono in lista tante donne, e donne di spessore. E passano per donne che - tra tanti impegni - decidono di scegliere anche quello politico. Ma sarà un modo per aiutare il Trentino a colmare il divario che - su questo fronte - lo separa dalle altre regioni d’Italia.

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