Pergher: «Medici aggregati, coinvolgere gli specialisti»
TRENTO. Botta e risposta sull’Aft (Aggregazione funzionale territoriale) tra il dirigente del Centro salute mentale di Rovereto Roberto Pergher e il segretario generale della Cisl medici, Nicola...
TRENTO. Botta e risposta sull’Aft (Aggregazione funzionale territoriale) tra il dirigente del Centro salute mentale di Rovereto Roberto Pergher e il segretario generale della Cisl medici, Nicola Paoli, nonché medico di famiglia. Pergher interviene sulla prossima apertura dell’Aft a Trento sud. Sostiene, in sintesi, lo specialista che le aggregazioni mediche hanno il limite di essere monoprofessionali, ovvero sono formate dai medici di base e dai pediatri con un supporto di personale infermieristico ed amministrativo, mentre «il cambio culturale di rotta dovrebbe essere il coinvolgimento più attivo e “di iniziativa” degli altri operatori sanitari, in particolare degli infermieri in una vera equipe territoriale di base».
Questi ultimi dovrebbero essere inclusi tra il personale convenzionato, con l’infermiere che si prenda in carico la regia dell’assistenza al paziente, diventando figure autonome rispetto ai medici e quindi valorizzati sul piano normativo e remunerativo. Pergher afferma che anche gli specialisti convenzionati dovrebbero essere inseriti nell’Aft «con l’obbiettivo di portare la specialistica nelle aree territoriali più vicine al paziente». Questa organizzazione dovrebbe essere fornita h 24 e 365 giorni l’anno dall’equipe medica ed infermieristica, in modo da superare le guardie mediche.
Gli risponde piccato Nicola Paoli: «L’accordo Stato Regioni prevede sia le forme mono professionali Aft per tutto il settore della convenzionata, sia le forme polifunzionali denominate Uccp dove, oltre a lui dirigente medico territoriale, coesistono anche specialisti ambulatoriali interni, pediatri e medici di medicina generale. Se il dottor Pergher pensa ad altre ulteriori aggregazioni, lo faccia all’interno del suo contratto di dipendente, non certo dei nostri accordi che possono essere ipotizzati e resi possibile solo a Roma in Sisac. L’inclusione che fa della medicina di base con quella delle guardie mediche, invece, è ipotesi di lavoro sul nostro tavolo nazionale a Roma, ma non è di competenza primaria della Provincia».