Pensioni, «sperano» ventimila trentini
Attesa per la rivalutazione. Ma con le modifiche recupero massimo di 30 euro al mese
TRENTO. La rivalutazione delle pensioni legata al costo della vita potrebbe interessare quasi 20 mila trentini: la modifica al decreto del governo, chiesta l'altro ieri con voto bipartisan dalla Commissione lavoro della Camera, se approvata dal Parlamento riguarderà infatti anche la fascia di coloro che percepiscono fino a 1.405 euro, il triplo cioè della cosiddetta "minima". Il dato emerge consultando i dati elaborati dalla direzione regionale dell'Inps, secondo cui sono 19.878 i pensionati che in Trentino ricevono un assegno tra i 1.000 e i 1.500 euro. Il calcolo non è quindi del tutto preciso, visto che la soglia identificata dalla commissione parlamentare per la reintroduzione dell'indicizzazione è lievemente inferiore (1.405).
Ma l'eventuale quota eccedente, un po' a spanne, potrebbe essere compensata da quella inclusa nella fascia precedente, che per l'Inps arriva appunto a mille euro, cifra secondo la manovra superiore a quella di 936 euro prevista per il mantenimento, per i prossimi due anni, dell'adeguamento delle pensioni al costo della vita. Chi invece sta al sotto di questa soglia, comunque si concluda l'iter parlamentare del decreto "salva Italia", non subirebbe modifiche: conserveranno infatti il diritto a un'indicizzazione del 2,6% nel 2012 e dell'1,9% nel 2013.
E già si tratta, è bene sottolinearlo, della maggioranza dei pensionati: in Trentino, sempre secondo i dati dell'Inps regionale con soglie leggermente sfasate rispetto a quelle in discussione si può stimare una cifra che si aggira attorno alle 95 mila persone su un totale di 133.600 pensionati. Dunque siamo attorno ai due terzi. L'eventuale innalzamento della soglia al triplo della "minima" porterebbe invece questa cifra a circa 115 mila persone. Resterebbero quindi esclusi, in Trentino, poco più di 15 mila pensionati: tanti infatti sono quelli che percepiscono mensilmente somme superiori a 1.500 euro.
Il "guadagno", per la fascia di pensionati che il decreto licenziato dal governo per ora esclude dall'indicizzazione, è comunque poca cosa: si tratta di circa 30 euro al mese. Può sembrare rilevante commisurandolo all'ammontare medio dei trattamenti previdenziali in Trentino, che è di 799 euro mensili. Ma analizzando solo la fascia eventualmente interessata dalla rivalutazione, quella tra i 936 e i 1.405 euro, l'aumento è davvero relativo. Anche se di questi tempi, ovviamente, nulla è da buttare via.
Tra le ipotesi di copertura per l'innalzamento dell'indicizzazione si parla di un contributo di solidarietà da richiedere a chi gode di pensioni "d'oro" (oltre 120 mila euro all'anno), ma si ventila anche un intervento sulle pensioni cosiddette "baby", quelle cioè percepite da chi ha smesso di lavorare dopo una ventina d'anni. E l'ammontare di molte di queste ultime si colloca proprio nella fascia interessata dall'eventuale rivalutazione.