TRENTO. Svp e Pd vogliono fare il pieno di eletti alle politiche del 4 marzo. E perché ciò accada, serve una strategia regionale, non solo provinciale, tra Pd, Svp, Patt e Upt. Le candidature andranno pesate sulla linea Bolzano-Trento, non discusse su tavoli diversi. Ciò passerà anche da una alleanza tra Pd di Bolzano e Trento, finora due entità scarsamente comunicanti. Sul quadro regionale hanno insistito molto ieri le delegazioni della Svp e del Pd di Bolzano riunite in via Brennero. La prossima settimana altri incontri sia a Bolzano che a Trento. Per la Svp ieri l’Obmann Philipp Achammer, il presidente Arno Kompatscher, il vice Obmann Karl Zeller, il segretario organizzativo Gerhard Duregger. Per il Pd il segretario Alessandro Huber, la presidente dell’assemblea Nadia Mazzardis, l’assessore Christian Tommasini, Carlo Costa e Miriam Canestrini. Non è ancora ufficiale, ma il Pd considera non più in discussione la candidatura di due italiani nei collegi Bolzano-Bassa Atesina di Camera e Senato. «Lo abbiamo ribadito e non credo che ci saranno sorprese», commenta Huber. Il ragionamento regionale diventa inevitabile con le proiezioni elettorali che stanno circolando tra i partiti. L’accordo tra Svp e Pd sui collegi uninominali di Bolzano rischia di penalizzare i Dem. Le proiezioni prospettano due eletti della lista Svp-Patt e nessun deputato Pd sul proporzionale, come effetto del riparto dei voti. Ecco allora che le candidature andranno pesate tra tutti i partner, per garantire un equilibrio. Il Pd non farà desistenza nei collegi di Merano e Bressanone. Si cercheranno candidature credibili, anche se perdenti, perché quei voti poi peseranno sul proporzionale. Così Achammer: «Iniziamo a stendere una possibile traccia per l’alleanza autonomista». Sui nomi per Bolzano, ancora tutto aperto. Si punta su Bressa per il Senato e su un professionista non di partito per la Camera.