Patenti a rilento, l’ira degli automobilisti
Il sistema informatico a Roma va in tilt: code, visite mediche rinviate e lunghe attese per il rinnovo
ROVERETO. Il sistema informatico va in tilt, rallentati tutti i rinnovi delle patenti. Il nuovo servizio on line, pensato per snellire le procedure per il rinnovo della patente di guida (A e B) non sempre si rivela funzionale. Soprattutto se qualche intoppo di natura informatica blocca l'accesso a portale, impiegati e medici non possono inserire i dati e l'iter rimane fermo. Un inghippo che si trascina ormai da venti giorni, con le conseguenti code, rinvio delle visite mediche e del tanto sospirato rinnovo. Un problema per le scuole guida che hanno il servizio di visita al loro interno ma soprattutto per chi deve attendere diversi giorni per ottenere la nuova patente e magari deve guidare un mezzo per lavoro.
I tempi si allungano e le proteste aumentano: «Ma non è colpa nostra - afferma un irritato Enrico Caldiroli - siamo arrabbiati tanto quanto gli automobilisti. Fino a poco tempo fa il rinnovo della patente avveniva col tagliandino da applicare sul documento, ora le cose sono cambiate. I nostri impiegati inseriscono i dati per la richiesta di rinnovo on line nella pagina del portale e lo stesso fa il medico dopo aver effettuato le visite.
Una volta che entrambe le cose sono sistemate nel giro di cinque giorni il postino recapita nei nostri uffici la nuova patente che noi consegniamo ai proprietari. Da venti giorni, però, il sistema è bloccato oppure funziona a singhiozzo con i disagi che potete ben capire. Abbiamo chiesto informazioni a Roma dove gestiscono il portale e ci è stato risposto che erano problemi dovuti al maltempo o forse all'attacco di un hacker. E' stato attivato una procedura di emergenza ma spesso è intasata perché riceve informazioni da tutt'Italia. In questi ultimi giorni abbiamo avuto fortuna, ma tra qualche minuto tutto si potrebbe paralizzare di nuovo. E ovviamente gli automobilisti in attesa del rinnovo della patente li abbiamo qui a protestare anche se la colpa non è assolutamente nostra».
La proposta di Caldiroli e del suo staff è quella di potenziare la linea o creare un sistema alternativo in caso di emergenza oppure, di decentrare il sistema e far convergere i dati in una sede a Trento senza dover fare riferimento alla capitale.