Pasina: tornano l'umido e la puzza

Attività a pieno regime con l'arrivo dei rifiuti della Comunità Vallagarina


Luca Marsilli


ROVERETO. Ci era voluta la Procura per interrompere la convivenza forzata dei roveretani con la puzza nauseabonda della Pasina: azienda sequestrata. Era ottobre. Da allora una storia infinita di analisi, ragionamenti, passi avanti e passi indietro. E oggi, la farsa. La puzza è tornata più forte di prima. Ma a provocarla non sono più i rifiuti organici roveretani, spediti a spese dei cittadini in Veneto, ma quelli della Comunità di Valle.

Per capire occorre definire il quadro, strabico, della gestione di molti servizi, inclusa la raccolta rigiuti. Gestita dal comprensorio (oggi Comunità Vallagarina) per i comuni «minori» e in proprio dal comune di Rovereto. Quindi la Comunità gestisce la discarica dei Lavini per tutti, ma la raccolta differenziata per tutti, ad eccezione di Rovereto. Il porta a porta, le campane per vetro e carta, gli ingombranti: una doppia struttura che opera sullo stesso territorio geografico. Ma non è questo il punto.

Il punto è che Rovereto da ottobre, quando la Pasina fu sequestrata, ha smesso di conferire il proprio rifiuto organico (l'umido dei cestelli, per capirsi) all'impianto del Navicello. Lo spedisce in Veneto, con costi notevolmente superiori. E continuerà a farlo finchè la Provincia non tradurrà in prescrizioni per la Pasina i suggerimenti che il consulente incaricato a suo tempo, ha indicato come indispensabili per consentire che l'intero ciclo di trasformazione dei rifiuti in compost possa avvenire senza ammorbare l'area di mezza città. Quindi fino alla settimana scorsa la Pasina lavorava con il solo residuo verde: sfalci, potature, scarti di legname. Con enormi difficoltà sia perchè quella sola frazione del rifiuto organico non basta a sostenere i costi di un'azienda di quelle dimensioni, sia perchè il ciclo di lavorazione «richiede» una componente di umido per essere ottimizzato.

Per farla breve, in attesa di modifiche regolamentari che da Trento non arrivano (e sono passati sette mesi) l'azienda boccheggiava. Per questo la «gara» indetta dalla Comunità Vallagarina deve essere stata accolta come un mezzo miracolo. Non della Madonna del 5 agosto, ancora lontana, ma della burocrazia. Il preventivo di Pasina è risultato il più conveniente, come era ovvio che sarebbe stato: nessun costo di trasporto aggiuntivo rispetto ai concorrenti veneti, e la necessità di lavorare a pieno regime, con lo spettro della chiusura come alternativa. La Comunità ha quindi scelto loro, e da qualche giorno ha iniziato a portare l'umido di tutti i comuni circostanti (ormai due terzi della popolazione lagarina) al Navicello. Sabato mattina la puzza arrivava inconfondibile fino in via Dante. Come nelle settimane record di ottobre, preludio del sequestro. Domenica pure. Ieri mattina «solo» a Sacco e dintorni.













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