Pagelle ai dipendenti «Criteri uniformi e valutatori formati»
Silvia Bertola, segretaria della Uil Fpl, è perplessa di fronte alla svolta di Apran, ma chiede equità e trasparenza
TRENTO. Non nasconde le sue perplessità rispetto a uno strumento che già aveva incontrato in passato forti resistenze. Ma se la Provincia davvero vuole dare le pagelle a tutti i 14 mila dipendenti del comparto autonomie locali deve farlo con criteri adeguati e uniformi. Ne è convinta Silvia Bertola, segretaria della Uil Fpl, rimasta anche lei spiazzata dagli obiettivi, nell’ambiente sindacale ritenuti anacronistici dopo il tentativo fallito non più di 4 anni fa, che Piazza Dante ha attribuito all’Apran.
«Bisogna trovare uno strumento che sia condiviso con le organizzazioni sindacali, uguale per tutti, ben calibrato e soprattutto che chi lo usa lo sappia fare correttamente, quindi che sia formato per farlo», avverte Bertola. Che ricapitola le “puntate precedenti” della vicenda: «Fino al 2012, c'erano delle vere e proprie schede di valutazione con dei punteggi numerici e una griglia di parametri che era stata contrattata con le organizzazioni sindacali e che la dirigenza doveva applicare. Questo valeva per tutto il comparto autonomie locali, quindi non solo la Provincia, ma anche i Comuni, le case di riposo e gli enti funzionali, esclusa la scuola. Lo strumento era stato a lungo discusso perché non è facile trovare dei parametri che siano oggettivi e trasparenti. Si era poi verificato che in realtà l'utilizzo non era quello che avrebbe dovuto essere, vuoi perché è difficile effettivamente valutare, vuoi perché i dirigenti non erano sufficientemente formati per usare lo strumento in maniera corretta, ma anche perché si tendeva a fare “copia e incolla” dagli anni precedenti o perché si tendeva a dare giudizi soggettivi o di simpatia. Sta di fatto che le schede di valutazione avevano suscitato per prima cosa molto scontento tra i dipendenti, e poi gli stessi dirigenti avevano detto che non valeva la pena fare tutto questo lavoro».
Per questo motivo si era deciso di ricorrere a un sistema semplificato: «Eravamo passati a una valutazione solo positiva o negativa, che ha sì i suoi effetti perché la negativa ferma le progressioni ma i casi di questo tipo sono effettivamente pochi...».
Ora l’Apran dice di volere reintrodurre un sistema di valutazione più articolato. «È solo un'enunciazione perché finora non ci ha fatto proposte di schede e criteri. Tra l'altro nel testo che ci ha sottoposto per questo stralcio di contratto, si dice che l'amministrazione deciderà il sistema e poi starà al sindacato discutere le ripercussioni sulla produttività, sulle progressioni, eccetera. Cosa assurda e che non sta né in cielo né in terra, perché non può l'amministrazione decidere unilateralmente il sistema; inoltre qui non abbiamo un'amministrazione sola ma 150 Comuni, 40 case di riposo… e non è pensabile che ognuno si inventi il proprio».
Ad essere interessati sono 14 mila dipendenti. «Io personalmente non sono contraria a priori alla valutazione», precisa Bertola. «Il problema è come viene fatta, da chi e su quali criteri. Già è difficile far accettare ai dipendenti di essere valutati individualmente; se poi non c'è trasparenza questo non viene accettato. Attenzione quindi all'impatto: se per dare 2 punti in più crei un clima negativo, diventa controproducente».
La segretaria della Uil Fpl si domanda «perché mai ritirino fuori la pagella. C'erano state forti resistenze per introdurla; quando era stata non dico digerita ma quasi, sono tornati indietro: un comportamento che mi sembra contraddittorio».
Di sicuro - aggiunge - «la discussione avrà bisogno di tempi lunghi e sarà da agganciare alla parte normativa, che riprenderemo in mano da gennaio. La precedenza va certamente data alla parte economica, che dovremo definire entro dicembre perché i dipendenti non vedono un euro di aumento da 7 anni. Siamo fermi sia sul fronte tabellare che delle progressioni».
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