Orvea, permessi estesi a coppie di fatto e gay
Firmato il contratto, una novità assoluta in Trentino: nascite, malattie dei figli, inserimento al nido, lutti familiari. Premio di 100 euro al mese e più part-time
TRENTO. Se un mese fa il colosso Ikea ha fatto da battistrada aprendo il welfare alle coppie omosessuali, in Trentino a fare il primo passo è Orvea. Che nell’accordo raggiunto con i sindacati sul nuovo contratto aziendale, ha sancito alcune novità importanti sul fronte dei diritti civili e della conciliazione tra famiglia e lavoro: i permessi (per la nascita, la malattia di un figlio, il suo inserimento al nido) vengono estesi anche alle coppie di fatto e, nel caso dei permessi per un lutto familiare, anche alle coppie omosessuali. «Per il Trentino si tratta di una novità assoluta, tra le primissime in Italia», commenta soddisfatto Roland Caramelle, segretario della Filcams Cgil che lunedì, con la firma in calce al nuovo contratto, ha deciso di ritirare la causa promossa contro l’Orvea dopo la disdetta dell’ottobre 2010. Una battaglia durata quasi due anni: negli ultimi mesi, grazie a incontri serrati, si è arrivati ad una soluzione che la Filcams giudica molto positiva. «Abbiamo riconquistato diritti e tutele frutto della contrattazione passata che era stata messa in discussione dalla disdetta unilaterale del contratto aziendale sulla parte economica da parte di Orvea», spiega Caramelle.
Sul piano economico è stato ripristinato il salario accessorio legato alla redditività e alla presenza (come previsto dal vecchio contratto): un premio di circa 100 euro al mese che per quasi 2 anni non è stato più concesso ai lavoratori e che con il 1° agosto tornerà in vigore. Ma è sui diritti civili che il contratto Orvea sancisce importanti conquiste: permessi - riconosciuti anche alle coppie di fatto - per malattia di figli fino ai 16 anni del figlio (la legge prevede fino a 8 anni), permessi di 2 giorni per la nascita di un figlio (la legge non ne prevede), permessi per l’inserimento al nido e alla scuola materna, possibilità di prendere aspettativa in caso di adozioni internazionali che richiedono ai genitori di raggiungere Paesi lontani senza grandi preavvisi, aspettativa non retribuita per motivi personali fino a 6 mesi (per 2 volte nell’arco del contratto lavorativo). Previsti anche permessi in caso di decessi di familiari, estesi anche alle coppie omosessuali. E un passo avanti importante arriva anche per il part-time post-maternità: il tetto nazionale del 3% viene alzato all’8%. Di «conquista» parla l'Arcigay: «Un risultato importante che contribuisce a far crescere la coscienza sociale su un tema che riguarda la vita reale di molte persone», dice il presidente Diego Ammirabile, «è il mondo del lavoro quello in cui si verifica il maggior numero di discriminazioni, ed è perciò significativo che ancor prima della legge ordinaria siano gli accordi contrattuali che riconoscono un problema e cercano di trovare soluzione».(ch.be.)
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