la manifestazione

Omotransfobia, in centinaia a Trento contro la bocciatura del ddl Zan

Altissima partecipazione – anche da parte delle associazioni – alla manifestazione 



TRENTO. La bocciatura in Parlamento del ddl Zan contro l’omotransfobia ha spinto associazioni e sindacati a scendere in piazza anche a Trento, dopo aver invaso pacificamente ma con convinzione i centri storici di quasi tutta Italia.

Numerose le associazioni che hanno dato la loro adesione ed altissima la partecipazione, con centinaia di persone ad ascoltare gli interventi; tra loro l’Anpi del Trentino, Agedo, l’Arci, l’Arcigay, il Collettivo transfemminista queer, le Famiglie Arcobaleno Trentino Alto Adige, I Sentinelli di Trrento, Laici Trentini per i diritti Civili, la Lila, Non Una di Meno, la Rete degli studenti medi, la rete Elgbtqi+ del Trentino Alto Adige, l’Unione degli Universitari.

Con l’aggiunta dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e delle Acli.

Le foto della manifestazione contro l'omotransfobia a Trento

In tantissimi (anche molti giovani) questa sera (2 novembre) si sono trovati in piazza Duomo a Trento per protestare contro l'affossamento in parlamento del ddl Zan contro l'omotransfobia.

Proprio l’Associazione cattolica dei lavoratori nei giorni scorsi ha chiesto unitamente alle tre sigle sindacali, al Parlamento, di introdurre sanzioni penali più forti per chi si macchia di atteggiamenti o parole discriminatorie connesse con l’omofobia e la transfobia.

 

È una piazza Duomo piena e giovane quella che ha manifestato contro l'affondamento del ddl zan in parlamento. Il sit in si è aperto ricordando la condanna diventata definitiva del Sacro Cuore per la discriminazione della docente per il suo orientamento sessuale.

"La politica non è politica quando invece di estendere i diritti li toglie", ha detto il rappresentante di Arcigay.

Il Forum per la pace ha ricordato che "una legge non basta, serve ricominciare da domani un percorso di educazione". "Non vogliamo più essere considerati cittadini di serie b", l'appello delle famiglie arcobaleno, "saremo ancora più determinati anche se feriti".

Mario Caproni di Agedo: "Siamo indignati. Ci hanno detto che siamo incapaci di mediare. Non si media sull'osso. È tempo di dare un nome a identità e modi di essere, di dare dignità a persone in carne ed ossa che non sono così per un capriccio". Ed è tornato a chiedere con forza corsi nelle scuole per educare alla diversità degli orientamenti sessuali".













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