Nuove pensioni: 6,5 milioni a legislatura
Moltrer: «Ma con la mia proposta la Regione ne risparmia 3,5». E gli ex consiglieri sfornano una nuova consulenza
TRENTO. Un anno e mezzo dopo la legge del 2006, il tentativo di sanare lo scandalo dei vitalizi d’oro è a un passo. Mancano due giorni all’approdo in aula dei due disegni di legge sui vitalizi: il consiglio regionale è convocato per martedì alle 15 e in sessione straordinaria mercoledì, giovedì e venerdì. Domani giornata cruciale: dal vertice di maggioranza, che sarà presieduto da un incontro dei capigruppo con i governatori Ugo Rossi e Arno Kompatscher, il centrosinistra autonomista punta ad uscire con una posizione «blindata». Niente sorprese in aula, è la linea. La principale incognita al momento è rappresentata dalla Svp al cui interno convivono posizioni diverse, una vecchia guardia più sensibile alle rimostranze degli ex consiglieri in trincea contro i tagli ai loro vitalizi, e la nuova decisa a voltare pagina.
Gli ex consiglieri. Ma gli ex non demordono. L’ennesimo incontro con il presidente del consiglio regionale Diego Moltrer, previsto per il fine settimana, è slittato a domani. E in quell’occasione, anticipa il presidente dell’Associazione degli ex, il falco Franz Pahl, l'associazione tornerà ad insistere sullo stesso concetto di sempre: «Non ci è stato regalato proprio nulla. Già con la legge del 2012 abbiamo rinunciato a una parte dei nostri diritti». A rafforzare la loro posizione gli ex hanno in mano un nuovo parere, commissionato dalla associazione allo studio Acra di Roma presieduto dal professor Paolo De Angelis. Riassume Pahl: «In base ai calcoli dei nostro consulenti, il valore dell'attualizzazione dei vitalizi è superiore a quanto quantificato nel 2012 da Tappeiner (consulente dell’allora ufficio di presidenza, ndr)». La differenza starebbe nel parametro introdotto da Acra del diritto alla reversibilità per gli eredi, non considerato da Tappeiner. Lo studio romano ha effettuato un calcolo dei valori dei vitalizi secondo i parametri di tre compagnie di assicurazioni (Poste Vita, Intesa San Paolo Vita ed Axa – Monte Paschi Vita), arrivando alla conclusione che - pur applicando il tasso di sconto Inps dell’1,50% (contro lo 0,81 di Tappeiner) e la tabella sull’aspettativa di vita senza la maggiorazione del 13,6% - i consiglieri avrebbero avuto diritto a attualizzazioni più sostanziose. Liquidazioni ancora più d’oro, insomma.
Nuove pensioni. Ma se sul passato la maggioranza ha trovato la quadra, un nuovo fronte si è aperto sulle pensioni dei nuovi eletti. Dopo che in commissione, su pressione della Svp, si è deciso lo stralcio dell’articolo 5, a sorpresa il presidente Moltrer ha presentato un emendamento che introduce un 10% di versamento minimo di contributi previdenziali da parte della Regione. Un modo per garantire quei consiglieri che avevano redditi alti da lavoro dipendente (sopra gli 80 mila euro) e che a conti fatti, con la proposta originaria e poi stralciata, avrebbero ricevuto una pensione complementare molto bassa. L’esborso per la Regione sarà di circa 120 mila euro all’anno per una decina di consiglieri.
La linea di Moltrer. «Ma in questo modo - spiega Moltrer - la Regione spenderebbe 6,5 milioni di euro a legislatura contro i 9,9 milioni attuali. Il risparmio è di 3,5 milioni, io più di così non posso fare. Se alla Svp non va bene, si prenderanno la loro responsabilità di rinviare un pezzo di riforma». E il presidente ne ha anche per il Pd, che insiste per fissare l’età pensionabile dei consiglieri a 66 anni, senza deroghe (nel testo è passata una penalizzazione del 3% all’anno fino a 60 anni): «Bisogna che la norma stia in piedi dal punto di vista giuridico. La decurtazione del 3% sul vitalizio e sull’attualizzazione significa un taglio medio del 36%. Se il Pd vuol presentare un emendamento è libero di farlo, ma serve ragionevolezza. Quella che i consulenti ci hanno raccomandato».