Nuova Tares: sporcizia, disagi e multe
A 5 mesi dall’introduzione ancora molti problemi legati alla “tariffa puntuale”. Ma la differenziata vola: +8% in un anno
TRENTO. La raccolta differenziata cresce, la produzione totale di rifiuti diminuisce, Trento, da questo punto di vista, è una delle città tra le più virtuose d'Europa, ma i disagi della comunità non accennano a diminuire. Isole ecologiche invase da sacchi di ogni tipo, bidoni che strasbordano e rifiuti abbandonati in aree verdi e parchi sono una delle conseguenze negative dell'introduzione della Tares, la “tariffa puntuale”, calcolata sulla base del volume di rifiuto residuo prodotto. Dal 1 gennaio, infatti, i trentini si stanno confrontando con i sacchi verdi, oltre che con quelli azzurri, quelli per l'organico e con i contenitori di vetro e carta; stanno affrontando i problemi legati all'utilizzo di pannolini e pannoloni ed alcuni stanno ricevendo le prime multe. In 5 mesi, infatti, sono state erogate 132 sanzioni dalla polizia locale per un totale di 159 controlli, il maggior numero dei quali, 121, è stato eseguito nelle aree coincidenti o limitrofe ai punti di raccolta mentre i restanti 38 sono stati fatti in zone urbane della città. I dati diffusi dal comune di Trento sulla qualità della raccolta differenziata dimostrano che, da quando è stata introdotta la Tares, i trentini producono meno rifiuti e li differenziano con maggiore attenzione: in un anno, infatti, dall'aprile 2012 allo stesso mese del 2013, la differenziata è passata dal 66,76% al 74,63% e la produzione totale di rifiuti, nei primi quattro mesi di Tares, è diminuita, rispetto allo stesso periodo (gennaio-aprile) del 2012, del 6,5% passando da 19.490,52 tonnellate a 18.218,96 tonnellate. «Un dato quest'ultimo – commenta il caporogetto gestione integrata dei rifiuti del Comune, Silvio Fedrizzi – che va letto in combinato con quello del meno 22,7% di produzione di rifiuti indifferenziati in un anno. La immondezza che finisce in discarica, infatti, dall'entrata in vigore della Tares, rispetto ai primi quattro mesi del 2012, è diminuita da 6.456,11 tonnellate a 4.989,63 tonnellate. Questo vuol dire che c'è molta più attenzione al residuo, a quanto se ne produce e, quindi, a come fare per ridurlo. E i modi per diminuirlo sono stare più attenti ai materiali che si acquistano e si portano in casa e differenziare il più possibile. Entrambi comportamenti virtuosi che portano a migliorare le qualità della vita e dell'ambiente». Ma ai confortanti dati comunicati dal Comune, purtroppo, si contrappongono le strade spesso sporche, i bidoni utilizzati indiscriminatamente, i sacchi abbandonati non nei luoghi appositi. «Alcuni problemi ci sono ancora – conferma Fedrizzi – e ruotano, essenzialmente, attorno alla questione ancora irrisolta dei pannolini e dei pannoloni e ai condomini. Abbiamo dovuto rimuovere più di 100 contenitori, in questi 4 mesi, da abitazioni multifamiliari perché la raccolta non veniva eseguita in maniera corretta. Oggi siamo in contatto con gli amministratori dei condomini e speriamo che con la loro collaborazione si possa migliorare anche da questo punto di vista». Ma a questi problemi si aggiungono quelli del centro storico: diverse sue aree sono sprovviste di contenitori adeguati ed ogni tentativo dell'amministrazione di scavare nel sottosuolo per ricavare delle isole ecologiche sotterranee s'è rivelato infruttuoso. Sia in Piazza delle Erbe, infatti, che in via Suffragio ed in zona Torre Verde, appena il Comune ha provato a bucare il terreno s'è dovuto bloccare per ritrovamenti archeologici. E poi ci sono i cestini pubblici, quelli che i cittadini dovrebbero usare per non sporcare le strade durante le passeggiate o i loro giri in centro e che spesso vengono invasi da sacchi di immondezza e utilizzati alla stregua di bidoni privati. Per ovviare al problema il Comune sta cercando di sostituire i cestini “aperti” con quelli col “cappello” con aperture ristrette ma basterà? Problemi aperti che cercheremo di approfondire con il Caso della Settimana.
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