Nozze gay, il Comune di Trento sta con Alfano
L’assessore Tomasi: «La competenza in materia è dei prefetti, quindi in capo al Ministero dell’Interno»
TRENTO. Sul “caso” dei registri dei matrimoni gay celebrati all’estero, il Comune di Trento si schiera con il ministro Angelino Alfano. Non una presa di posizione politica, ma una presa d’atto di quanto stabilisce la legge. Almeno stando alle parole dell’assessore ai servizi demografici, Renato Tomasi. «Ho fatto una verifica con gli uffici», afferma. «Se si parla di unione civile la competenza è degli enti locali, tanto che noi abbiamo istituito da 8 anni un apposito registro, ma se si parla di matrimonio spetta al prefetto, quindi al Ministero».
Dopo la levata di scudi dei sindaci nei giorni scorsi, la tensione è salita ancora nelle ultime 24 ore. Proprio ieri la Prefettura di Bologna ha preso visione degli atti relativi alle trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero registrati dal Comune del capoluogo emiliano. Una tappa preliminare per poi mettere a punto un provvedimento che ne chiederà l’annullamento, così come stabilito dalla circolare disposta dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Ma il sindaco Virginio Merola continua sulla linea della “disobbedienza”: «Se vogliono annullare gli atti delle trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero - aveva detto criticando la circolare del titolare del Viminale - lo facciano. Io non ritiro la mia firma».
Come lui non ha nessuna intenzione di cedere il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che via Facebook ha annunciato di avere firmato personalmente ieri pomeriggio «la trascrizione di sette matrimoni tra persone dello stesso sesso che si sono celebrati all'estero». Ma anche l’Anci ha deciso di scendere in campo con decisione: «Mi auguro che il governo voglia assumere iniziative che consentano di favorire in tempi rapidi l'adozione da parte del Parlamento di soluzioni legislative adeguate», ha scritto il presidente Piero Fassino in una lettera inviata al premier Renzi e al ministro Alfano, in cui chiede «un quadro legislativo nazionale». «Il tema - ha aggiunto il sindaco di Torino - è infatti troppo delicato per essere lasciato al caso per caso, nè d'altra parte - ha affondato il colpo - si può affidarlo ad ordinanze prefettizie».
Trento intanto sta alla finestra. «Che si debba avere un'unica modalità per tutti senza andare in ordine sparso mi sembra sensato», concorda su questo punto con Fassino l’assessore Tomasi. «Il problema non è la tenuta del registro ma i diritti che ne scaturiscono, come avviene per le unioni civili. Il registro delle quali per ora rimane una scatola vuota». Aperto presso la segreteria generale nel 2006 - continua Tomasi - «dopo il boom del primo anno non ha visto iscriversi quasi più nessuno, proprio perché attualmente non ha alcun valore legale». L’andamento parla da sè: nel 2006 si sono fatte avanti 14 coppie, 2 per anno nel 2007 e 2008, una nel 2009, 2 nel 2010, altrettante nel 2011 e nessuna dal 2012 in poi.
E la trascrizione delle nozze gay celebrate all’estero, compiuta da 5 Comuni italiani? «La legge non prevede che si tenga un registro simile, quindi non ci siamo mai posti il problema, anche perché non è mai venuto nessuno a richiedere di trascrivere quegli atti. Negli anni scorsi si era presentata invece una coppia gay, che ci aveva chiesto di specificare i motivi per cui non li volevamo sposare, visto che la Costituzione parla di famiglia e non di marito e moglie. Ma avevamo risposto che l'unione tra persone dello stesso sesso non era contemplata dalle norme». Tomasi annuncia che porrà il problema alla giunta, quando sarà finita la trattazione del bilancio.