Navicello, via al «naso elettronico»
Installato il macchinario, i sensori riveleranno la provenienza degli odori
ROVERETO. Sono iniziate la settimana scorsa le operazioni di campionamento dell'aria nei cinque impianti "sospettati" di esalazioni maleodoranti. Con il caldo dei giorni scorsi, gli odori erano ad elevata intensità e sono stati sottoposti al "naso elettronico", una sofisticata centralina dotata di vari sensori, che la Fondazione Mach dell'Istituto agrario di San Michele ha installato proprio ieri al Navicello. Intanto sono in distribuzione i questionari per i residenti.
Gli impianti sono nel dettaglio la Pasina, che si occupa del compostaggio dei rifiuti organici, la Severn Trent, che si occupa di "wet oxydation", l'impianto di depurazione acque e quello di essicazione fanghi. Gli stabili sono uno attaccato all'altro, mentre il quinto - la discarica dei Lavini - viene monitorata a parte dall'Appa.
Il "naso elettronico" è stato tarato sui vari tipi di odori caratteristici di ciascun impianto campionando l'aria in cui la puzza era più forte e sottoponendolo ai sensori del macchinario. Ciò serve per individuare con certezza la provenienza dei vari tipi di esalazioni, fornendo così una mappatura attendibile della loro distribuzione. Nel contempo, i vigili urbani stanno distribuendo dei questionari a una ventina di famiglie residenti al Navicello.
Si tratta di un campione di "nasi umani" ai quali viene chiesto di registrare quando la puzza raggiunge la massima intensità, cercando - con parole semplici e accessibili a tutti - di individuarne la tipologia. Questi dati verranno incrociati con le risultanze del "naso elettronico" ed entro la fine dell'anno la mappatura dovrebbe illustrare in maniera univoca, o quanto meno oggettiva, da dove provengono gli odori. «Da parte delle cinque aziende coinvolte - spiega il city manager Cristian Roverato - abbiamo avuto la massima collaborazione. Non era scontato che ci aprissero i cancelli e permettendoci di svolgere tutte le misurazioni. E' un fatto molto positivo».
Tanta disponibilità fa specie, anche perchè nei mesi scorsi ogni azienda s'era difesa accusando le altre di emanare le puzze pestilenziali che ammorbano l'aria al Navicello. «Noi vogliamo e dobbiamo tutelare i cittadini - spiega Roverato -, benchè gli odori non rappresentino un rischio per la salute il fastidio influisce senza alcun dubbio sulla qualità della vita». Alle famiglie conivolte dal monitoraggio il Comune chiede collaborazione: «L'idea di fondo è una progettualità partecipata. Ma potremmo ricorrere anche a "nasi esperti", secondo i criteri dell'olfattologia, che non è una scienza esatta e si basa in parte sulle misurazioni di laboratorio (il "naso elettronico") e in parte su un numero limitato di persone addestrate - sette o otto "annusatori", non fumatori, non bevitori, con una pituitaria molto selettiva ricevuta in dote da madre natura e abituati a discernere gli odori ndr. -. Per ora, ciò non fa parte del programma, ma stiamo valutando se coinvolgerli "in itinere"».
Nel frattempo, il presidente della Comunità di Valle Stefano Bisoffi ha riposto all'interpellanza del consigliere Nicola Zoller (Comunità civica), il quale - dopo el nuove segnalazioni circa il ritorno della puzza al Navicello - chiedeva lumi sull'affidamento alla Pasina dell'incarico di gestione dei rifiuti organici per la Vallagarina (escluse Rovereto e Isera). Per Bisoffi - che cita a sua volta la relazione di Fabio Scalet, dirigente del Dipartimento urbanistica e ambiente della Provincia - è tutto in regola: la Pasina, oltre ad avere i regolari permessi, svolgerebbe le operazioni di compostaggio «in ambienti chiusi e in depressione».