Movimento anziani «scippato» della casa ricevuta in eredità

L’ex presidente Chemini e Maria Luisa Guizzardi denunciano la mancata esecuzione del testamento «Il comune vuole destinare l’edificio ad un supermarket. Non alla nostra sede e alla comunità»


di Michele Stinghen


CALLIANO. Il movimento pensionati e anziani è stato scippato due volte: dell'eredità di Carla Rospocher, che al gruppo aveva destinato la sua casa, e della nuova sede, visto che, da testamento, la signora aveva vincolato la proprietà a questo fine. É la denuncia che arriva dall'ex presidente del movimento, Giorgio Chemini, e da una cittadina di Calliano, Maria Luisa Guizzardi, proprio nei giorni in cui l'amministrazione sta prendendo in esame una variante al Prg, in cui la ex casa Rospocher, ora proprietà comunale, potrebbe vedere modificata la destinazione, per aprire le porte alla nuova sede della Famiglia Coopertiva.

Questa volontà dell'amministrazione non è una novità, esplicitata poche settimane fa dallo stesso assessore Marchelli durante la presentazione del bilancio. La casa ha un certo valore: due piani, accessibile dalla statale, circondata da un appezzamento di terreno. La morte della signora e l'esecuzione del testamento risalgono al 2009, pochi mesi dopo le dimissioni di Chemini da presidente del Movimento anziani. I beni passarono al Comune perché - come si legge nell'esecuzione curata dal notaio e dalla delibera di consiglio - "l'associazione pensionati ed anziani praticamente non esiste essendo priva di organi direttivi e non prevedendosi la loro sostituzione e tuttavia essendo la stessa emanazione comunale". «Come è possibile? - sbotta Guizzardi - prima di allora, nello stesso 2009 e in seguito il Comune ha regolarmente elargito contributi al movimento e ne ha pagato le spese della sede, attualmente nella ex casa Spilzi. C'era un presidente, e tuttora ce n'è un altro; all'epoca della morte della signora il direttivo c'era, mancava solo il presidente. Si legge una certa contraddizione della delibera, quando si dice che non c'è un direttivo e comunque non si prevede di sostiturlo - allora vuol dire che invece c'era. Questo è stato il primo scippo (e gli anziani hanno taciuto); ora il Comune vuole destinare quell'edificio ad un supermarket. Secondo scippo: nessuno pensa alle ultime volontà di una donna generosa, che intendeva favorire una parte ben definita della comunità. Speravo che l'amministrazione destinasse la costruzione ad una piccola struttura residenziale per gli anziani, con parco e una sala per il movimento pensionati». «Tanto che avevamo una partita Iva - aggiunge l'ex presidente Chemini - io e Bruno Salizzoni, nominato anch'egli nel testamento, aiutavamo la signora, rimasta sola. Lei ci aveva manifestato la volontà di aiutare il movimento anziani, offrendo la sua casa come sede del futuro. Tanto che io le avevo promesso che questa sarebbe stata intitolata a don Pierino, don Pietro Rospocher, suo fratello, a cui era molto legata».

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