Morto sugli sci, chiesto 1 milione di danni
La famiglia di Bruno Paoli, il poliziotto che perse la vita su una pista di collegamento, chiede un milione di euro di danni alla società Panarotta
TRENTO. Oltre un milione di euro di danni alla società Panarotta per la morte di Bruno Paoli.
Questa la richiesta della famiglia del poliziotto di Sant’ Orsola che, il 20 gennaio scorso, all’età di 48 anni, perse la vita su una pista di collegamento del comprensorio sciistico.
Bruno Paoli rimase vittima di un terribile incidente lungo la strada di collegamento fra Malga Granda e la pista Rigolor.
Spirò tre giorni dopo la caduta, il 23 gennaio. Un tratto di pista insidioso quello che avrebbe determinato la caduta nella scarpata del poliziotto e il conseguente impatto fatale contro le rocce. La linea sostenuta dall’avvocato della famiglia Paoli, Claudio Tasin, è quella dell’assenza delle necessarie misure di sicurezza sul quel tratto di pista.
Una tesi questa che troverebbe riscontro nel recente intervento della Procura della Repubblica, che mise sotto sequestro l’intero comprensorio sciistico proprio per difetti di sicurezza. Successe il 10 febbraio.
Intanto restano cinque gli indagati nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura in seguito alla morte del poliziotto, l’accusa è di omicidio colposo. Tre indagati fanno parte, a vario titolo, della società che gestisce gli impianti di risalita, mentre due sono un dirigente e un tecnico del competente servizio provinciale.