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Monte Bondone, gli operatori: "Dateci la funivia da Trento"

Un'assemblea partecipata lancia la richiesta alla politica: "Altrimenti non ci salviamo"



TRENTO. Si è parlato della montagna più cara agli abitanti di Trento, ieri al Muse. «Una montagna che è una grande opportunità per tutti, perché è prima di tutto bellissima, perché è piuttosto vicina e perché i trentini le sono affezionati». Naturalmente, si tratta del Monte Bondone: duemila metri di storia e natura, per una località che è stata la prima in Europa, nel 1934 ad offrire un impianto di risalita con slittovia, che ospita un importante biotopo e differenti ambienti botanici caratteristici; oltre, naturalmente, alle attrazioni turistiche e alle splendide cittadine in notevole sviluppo sulle sue pendici. Una montagna che, per tutti questi suoi pregi, merita di essere collegata in maniera più efficace alla città cui appartiene: «Trento deve abbracciare il suo Bondone», ha detto Stefano Zampol ai microfoni dell’assemblea-forum organizzata dall’Associazione Operatori Monte Bondone – della quale è presidente. «I pullman, che da decenni fanno su e giù per trasportare sportivi, turisti e abitanti, sono oramai un mezzo anacronistico.

Potenziare i parcheggi sulla cima e sui fianchi della montagna non ha senso, quando potremmo invece sfruttare una tecnologia molto più economica, eco-compatibile e suggestiva, come la funivia». Il progetto di una funivia che faccia da tramite tra il Bondone e Sardagna, fungendo da secondo passante con quella già esistente, tra Sardagna e Trento, non è una idea nuova. Se ne parla, dicono i partecipanti all’assemblea, da decenni, da così tanto che nemmeno si ricorda esattamente quando. «Eppure, per un motivo o per l’altro l’amministrazione ha sempre procrastinato un impegno serio su questo tema», ha detto Zampol, «e Trento intanto è diventata una città turistica a tutti gli effetti. È ridicolo che non si possa sfruttare a dovere una montagna così bella, come invece fanno in altre città simili alla nostra, come Innsbruck o Bolzano». Tornare su una proposta di questo tipo – dal costo approssimativo di quasi venti milioni di euro – in un periodo di profonda crisi può sembrare una pazzia a qualcuno. Ma del resto, considerano i presenti, «anche il Muse, dove ci troviamo oggi, è sembrato una scommessa pericolosa e, peggio ancora, persa. Invece vediamo che cifre sta snocciolando».

La logica, perciò, sarebbe quella del fare un investimento per il futuro, puntare su parcheggi di attestamento cittadini per turisti e, dall’altra parte, dare modo agli abitanti delle località del Bondone di scendere in città velocemente. Naturalmente, occorre che l’amministrazione Provinciale non faccia “orecchio da mercante”. Per intanto, comunque, l’Associazione incassa una timida apertura per il futuro, che arriva per bocca dell’Assessore allo sviluppo e tributi Fabiano Condini: «Tra qualche hanno, tre o quattro circa, dovremo pensare a rinnovare la funivia di Sardagna, e quella sarà una occasione per riflettere su un piano generale più ampio, forse». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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