Molestate sul bus: la Provincia invita Tt a “entrare” nel processo 

Dopo l’assoluzione del masturbatore. Per Fugatti la costituzione di parte civile sarebbe  «un caso pilota». Trentino Trasporti: «Valuteremo i singoli casi, come sempre facciamo»



Trento. «Un caso pilota» e comunque «riteniamo doveroso far passare il messaggio che i mezzi di trasporto rappresentano un luogo frequentato tutti i giorni da cittadini e studenti - sono oltre 45.000 i ragazzi che viaggiano quotidianamente sui servizi di linea - da tutelare sotto ogni profilo, rispetto a chi sui mezzi non si attenga a regole di buona cittadinanza, decoro e, nei casi più gravi, arrivi a compiere reati». Il mittente di queste parole è il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e quindi la giunta provinciale che con un comunicato stampa invita Trentino Trasporti a costituirsi parte civile nel procedimento (in aula la settimana prossima) contro un uomo accusato di aver molestato delle studentesse mentre erano, appunto, su un mezzo della società di trasporti trentina.

In questi giorni, a fronte di un procedimento giudiziario nei confronti di un cittadino che lo scorso anno era stato denunciato da alcune ragazze per ripetuti episodi di molestie, Trentino Trasporti ha avuto dunque indicazione, come linea di condotta da tenere in casi analoghi, di procedere a costituzione di parte civile, accanto alle vittime specifiche di reati, in quanto parte danneggiata rispetto al discredito che deriva da azioni di qualsivoglia genere che turbino la regolarità del servizio. «La posizione è maturata in seno alla giunta - viene spiegato - dopo l'assoluzione del passeggero, sui cui profili giuridici naturalmente l'amministrazione non ha competenze». Si tratta del caso dell’uomo che si masturbava su un pullman e che è stato assolto perché non è stata riscontrata l’aggravante e il reato “semplice” è stato depenalizzato. «Situazioni così si ripresentano nel tempo allorquando qualche passeggero non percepisce che l'utilizzo dei mezzi pubblici non va inteso come utilizzo di un'area senza regole. Abbiamo attivato le telecamere su tutti i bus urbani - spiega ancora il presidente Fugatti - perché il trasporto rappresenta un servizio universale, per lo più utilizzato da utenza “debole”, giovani in particolare. La percezione dell'utenza deve restare quella di un servizio regolare e sicuro sotto tutti i profili».

Da parte sua Trentino Trasporti fa sapere che come sempre accade ogni singolo caso che coinvolge in qualche modo la società viene valutato attentamente. «E seguiremo lo stesso iter anche in questo caso - spiega la presidente Monica Baggia - La società si è sempre costituita parte civile quando c’è stato un danno nei confronti del patrimonio della stessa o quando ad essere parte lesa è un suo dipendente».

Sul caso di autoerotismo sul pullman intervengono anche le donne della Lega del Trentino: «come donne siamo arrabbiate perché è un affronto anche nei nostri confronti, costrette - nostro malgrado - a "subire" simili situazioni. Non ci interessa se il reato è stato depenalizzato in quanto commesso di domenica: noi non vogliamo più assistere a queste situazioni».













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