«Mille licenze bloccate in Comune»

La denuncia dell'Ance: «Così non si riesce a lavorare, servono tempi certi»


Chiara Bert


TRENTO. Quasi 1000 licenze edilizie bloccate in Comune a Trento. È la denuncia dell'Ance, l'associazione delle imprese edili di Confindustria. «Così si ferma il lavoro delle aziende in un momento in cui il settore è già martoriato dalla crisi, ma si danneggia anche tutta l'economia», incalza il presidente Enrico Garbari. «Abbiamo bisogno di tempi certi per il via libera ai progetti». È quello che Garbari ha ripetuto nei giorni scorsi al vicesindaco e assessore all'urbanistica del capoluogo Paolo Biasioli. Un incontro durato quasi due ore, per affrontare un problema che le imprese avvertono in modo pressante: la lentezza dell'iter per ottenere una concessione edilizia.

«In un momento di crisi come questo - lamenta Garbari - tutto contribuisce ad aumentare la pressione sulle aziende. Se le imprese non lavorano, sono posti di lavoro a rischio, le amministrazioni devono comprenderlo». Il presidente dell'Ance ha voluto riportare all'amministrazione cittadina le segnalazioni che arrivano dai suoi associati: centinaia, quasi un migliaio di concessioni bloccate negli uffici comunali. «Questi numeri - spiega Garbari - ci dicono che il problema non sono i casi singoli, è un sistema complessivo che deve essere messo a posto. Se c'è una macchina che ingessa se stessa, va modificata. Io ho sentito prevalentemente parlare di un problema a Trento, me lo dice chi opera nell'edilizia».

Dal Comune hanno risposto che gli oneri delle concessioni sono aumentati del 10%, segno di un incasso in crescita dalle autorizzazioni rilasciate ai privati. «Ma per noi - replica Garbari - questo dato non è significativo. Possono esserci state licenze grosse che hanno prodotto un gettito alto per l'amministrazione. Io dico che una pubblica amministrazione dovrebbe sapere quante sono le domande inevase e avere dei tempi medi di risposta al cittadino per le varie pratiche».

E il presidente degli edili si spinge oltre: «Meglio respingere subito un progetto che non va piuttosto che bloccarlo per un tempo indefinito. Meglio dire no, in modo che nell'attesa l'impresa non perda altri lavori». Il tema è in questo momento all'attenzione della Provincia (vedi articolo sotto), tanto che il governatore Dellai ha annunciato una seduta straordinaria di giunta dedicata all'argomento: «Ci sono tempi inaccettabili, incompatibili con la crescita», ha detto. Per velocizzare il rilascio delle concessioni, nel settembre 2010 il Comune aveva annunciato l'istituzione di alcuni sportelli ad hoc, richiesta da tempo sollecitata dagli ordini professionali. Per un paio di mesi l'amministrazione aveva adottato una procedura sperimentale con la quale, durante la fase di deposito della domanda di concessione, si effettuava da subito la verifica di ammissibilità.

La legge fissa in 10 giorni il tempo per tale verifica, ma l'obiettivo era di essere più rapidi consentendo ai tecnici che presentano la richiesta - qualora mancasse qualche documento o fosse ritenuta non conforme - di procedere a breve ad una nuova verifica. La dirigente dello Sportello imprese e cittadini aveva spiegato che in molti casi la documentazione presentata è incompleta e gli uffici sono costretti a interrompere la pratica e correggere in corso d'opera.L'obiettivo era di poter limare in partenza tante situazioni. Ma un anno dopo l'Ance suona di nuovo l'allarme. «Non posso pensare che si vogliano danneggiare le aziende - conclude Garbari - eppure i Comuni oggi ancora non comprendono che o ci salviamo tutti o per il Trentino sarà il declino. È quello che abbiamo denunciato per gli appalti. Se gli incarichi vanno a imprese di fuori, l'Iva non viene versata qui e a rimetterci è tutta l'economia trentina, non solo le imprese. Chi non lo capisce è miope».













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.