Microaree, il sindaco fa retromarcia

«Non sono una priorità». Sicurezza, spunta l'idea dei parchi chiusi di notte


Chiara Bert


TRENTO. Sulle microaree il sindaco ingrana la retromarcia: «Non sono una priorità, verranno portate all'attenzione del consiglio senza fretta, serve il consenso di tutti», dichiara al termine del vertice di maggioranza. Upt, Patt e Udc impongono la linea. E Andreatta sterza anche sulla sicurezza e mette sul tavolo l'idea di un'ordinanza per chiudere i parchi cittadini di notte.

Al rifugio Maranza, dove Alessandro Andreatta ha convocato gli 8 partiti della sua coalizione, la riunione di 8 ore è finita da pochi minuti. Presenti in 33, c'è anche Dario Maestranzi (Leali), finito sul banco degli imputati per i suoi interventi contro la giunta, l'ultimo pochi giorni fa sull'area Michelin. «Ma l'incontro è stato sereno, nessuna resa dei conti», smorza i toni il sindaco. Andreatta parla alla stampa e ad ascoltarlo, immobili in piedi a pochi passi, rimangono Franco Micheli (Upt), Piergiorgio Frachetti (Patt) e Paolo Zanlucchi (Udc). Un controllo a distanza, par di capire, per verificare che il dietrofront sulla questione microaree sia detto chiaro e forte.

Microaree. Condita da un po' di politichese, la retromarcia c'è tutta. La giunta ne aveva discusso nell'ultimo lunedì scorso, esaminando una ventina di aree papabili individuate dagli uffici: le microaree - previste da una legge provinciale del 2009 - sono state pensate come soluzione per superare gli insediamenti abusivi che sorgono come funghi. Il Comune individua un terreno da destinare ad un clan familiare che rispetta alcune regole e paga un mini-affitto. Oltre un anno fa fu il presidente del Centro storico Redolfi (Pd) a dare la sveglia: «Basta chiacchiere, è ora di agire». E il sindaco promise una proposta entro un anno.  Ma l'aria è cambiata. «Non sono una priorità», sono insorti Upt e Patt di fronte agli annunci della giunta. «Non è il momento - insiste Frachetti - le risorse sono poche, dobbiamo portare avanti le cose essenziali. Non ha senso prendere certi impegni, la gente non capirebbe e noi ci rimetteremmo in termini di immagine». Il sindaco aveva detto di non accettare veti su punti previsti dal suo programma, ma ieri ha riassunto così: «Non è una priorità, è un tema nella misura in cui vogliamo una città della convivenza. Ma le microaree non sono la sola risposta, verranno portate all'attenzione dell'aula senza fretta. Dobbiamo discuterne in giunta, in maggioranza e in commissione. È un progetto che richiede la condivisione dei sinti (ma quella c'è già, visto che le microaree le chiedono da anni, ndr) e della comunità cittadina. La condizione è che si riesca a fare un percorso culturale sui diritti di cittadinanza». E anche se nel Pd ribadiscono che la proposta arriverà in commissione tra ottobre e novembre, ieri i centristi annunciavano soddisfatti il rinvio «a data da destinarsi».

Sicurezza e parchi. Il sindaco ha parlato poi di sicurezza. «Siamo preoccupati di certi comportamenti - ha detto - vogliamo farcene carico con più integrazione ma anche con regole chiare. Non è accettabile che ci siano luoghi che i nostri cittadini non si sentono sicuri di frequentare». Un esempio? Andreatta parla di una possibile ordinanza sui parchi: «La chiusura oltre una certa ora di sera è una proposta che mi arriva dai cittadini. Ne discuteremo».

Urbanistica. Il vicesindaco Paolo Biasioli ha ripercorso l'agenda delle prossime settimane. Il 21 arriverà in commissione urbanistica il piano guida di Trento Nord. Il Comune punta ad accelerare per avviare l'iter che porterà a Roma il piano insieme al progetto di bonifica di Sloi e Carbochimica. «Il piano guida dovrà essere il più flessibile e depotenziato possibile rispetto alle previsioni iniziali di Gregotti - ha detto Biasioli - per esempio per quanto riguarda le dimensioni degli spazi commerciali». Entro metà ottobre approderà in commissione anche la deroga per la biblioteca di Botta in piazzale Sanseverino: raggiunto con l'ateneo l'accordo sulla riduzione di un piano (da 31 a 27,20 metri), resta da sciogliere - anche insieme alla Provincia - il nodo delle distanze dagli edifici attorno.  Ieri il sindaco ha comunicato che ad agosto la raccolta differenziata a Trento ha raggiunto il 66,57% (lo stesso mese un anno fa era al 61,69%): la media è ora del 64,3%.













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