Mensa, l’ateneo punta su Sanseverino
Verso l’addio a Trento Fiere. Il rettore Collini: «Area ancora occupata, abbiamo bisogno di spazi e il piazzale è già nostro»
TRENTO. Tempi troppo lunghi: l’Università di Trento è pronta a dire addio al progetto di Trento Fiere per la mensa e spazi di studio e torna a girare lo sguardo verso piazzale Sanseverino, area di sua proprietà che doveva ospitare la superbiblioteca di ateneo progettata da Mario Botta, poi dirottata - per risparmiare - nel quartiere delle Albere.
«Trento Fiere è per noi una spina nel fianco», ha detto ieri il rettore Paolo Collini durante l’audizione sulla manovra finanziaria in commissione provinciale, rispondendo a una domanda della consigliera Lucia Maestri. Parole che descrivono lo stallo in atto sull’area di via Briamasco che oggi ospita fiere ed esposizioni. In base agli accordi pattuiti, il Comune di Trento avrebbe dovuto trasferire il proprio polo espositivo e lasciare il campo all’ateneo, per realizzare la nuova mensa ma anche aule studio e spazi di aggregazione.
«Quell’area era stata pensata ormai quattro anni fa - ricorda il rettore - l’intesa con il Comune prevedeva che a marzo 2017 saremmo entrati in possesso degli spazi e che nella primavera 2018 saremmo potuti entrare. Ora è chiaro che prima del 2019 non succederà nulla, la prospettiva p questa e noi dobbiamo pensare a soluzioni alternative». «L’Università - 16 mila studenti, oltre 1200 ricercatori, 1300 tra docenti e personale amministrativo - ha una forte esigenza di dare risposta a una domanda di spazi da parte degli studenti, la biblioteca alle Albere è un luogo amatissimo dai ragazzi che lì vorrebbero andare a studiare ma spesso non trovano più posti liberi, e questo anche considerando gli altri 360 posti disponibili nella biblioteca di via Verdi. Da un’indagine svolta nei giorni scorsi tra gli studenti risulta che il 60% di loro vorrebbe più spazi dove studiare».
L’area di via Briamasco - sottolinea Collini - «sarebbe l’ideale per connettere la biblioteca delle Albere a via Verdi. Il problema - ha ripetuto ieri - è che nonostante la disponibilità dell’ateneo ad uno scambio con piazzale Sanseverino, Trento Fiere non è stata ancora liberata, né è in programma che venga liberata a breve». Del resto l’assessore comunale Roberto Stanchina a fine ottobre spiegava che le fiere rimarranno nei padiglioni di via Briamasco «fino a giugno, se non più a lungo». Prospettiva che ha fatto rizzare i capelli in rettorato.
E quindi? «Quindi dobbiamo pensare a delle alternative», spiega Collini, «l’unica area al momento di nostra proprietà è quella di Sanseverino (oggi parcheggio, ndr). È un’area tra l’altro con destinazione ad edilizia universitaria e con una cubatura piuttosto alta. Soprattutto - insiste - è già nostra». Un progetto ancora non c’è, ma - conclude Collini - «è abbastanza logico che uno pensi agli spazi già di sua proprietà».
Sempre in tema di spazi dell’ateneo, il rettore ha risposto al consigliere Rodolfo Borga sulla presenza di «eventuali attività illegali svolte da gruppi di studenti riconducibili al Centro sociale Bruno e dagli anarchici» dentro la facoltà di Sociologia. Collini ha chiarito che nella sede di via Verdi «non esiste un locale occupato (anche se chiamato "Area Rostagno Occupata"), ma una semplice sala di studio utilizzata da due o tre persone che fanno riferimento a quelle realtà. Vero è – ha riconosciuto – che Sociologia è il luogo simbolo della protesta e quando succedono degli eventi vi sono altre persone, non studenti, che si riuniscono lì. È normale che l’università sia un luogo aperto e io spero resti tale, dove i cittadini possono entrare liberamente». In ogni caso, ha concluso Collini, «non manca da parte dell'ateneo l'attenzione per prevenire illegalità e violenze».
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