Medici, muro contro muro «La vita privata è nostra»
Il responsabile degli anestesisti Mattedi (Aaroi Emac) contro il regolamento dell’Azienda: «Chiederemo un parere legale. Sulla sanità si va avanti a spot»
TRENTO. Ha letto quello che hanno scritto i giornali, e gli è bastato. Alberto Mattedi, responsabile sindacale dei medici anestesisti, annuncia che anche l’Aaroi Emac chiederà nei prossimi giorni un parere legale sul nuovo regolamento sulle attività esterne dei dipendenti voluto dall’Azienda sanitaria e che entrerà in vigore il 1° luglio. «Io ho degli obblighi e sicuramente non posso svolgere attività concorrenziali con il mio lavoro in Azienda - spiega il medico - ma nella mia vita privata faccio quello che voglio e non devo renderne conto all’Azienda. Fra poco pretenderanno di sapere con chi vado a pranzo o con chi mi incontro...».
In un momento già di forti tensioni sul fronte della sanità trentina - dai tagli in periferia del piano di riorganizzazione ospedaliera alla questione irrisolta dei punti nascita, passando per la riduzione delle guardie mediche - il regolamento ha scatenato un altro durissimo scontro, questa volta interno: medici e infermieri da un lato della barricata, Azienda dall’altro.
Le nuove regole (sul sito dell’Azienda sanitaria la delibera del direttore generale Luciano Flor è secretata) nascono con l'obiettivo di dare una stretta ai doppi incarichi (anche se gratuiti), alle consulenze esterne e in generale al doppio lavoro (a meno che il dipendente non sia contrattualizzato con un contratto part time): vietato avere altri rapporti di lavoro dipendente, pubblici o privati, ma i 7 mila dipendenti della sanità trentina - ed è questo che ha scatenato la sollevazione - dovranno anche comunicare all’Azienda la partecipazione a convegni e seminari, incarichi in associazioni no profit, nonché l'iscrizione a qualsiasi associazione o attività, a gruppi di interesse o associazione di volontariato, l'appartenenza a gruppi ludici o sportivi, eventuali collaborazioni con giornali o riviste.
«Non siamo sudditi, così si viola la nostra privacy», è stata la reazione dell’Ordine dei medici, seguita da quella degli infermieri, che con il Nursing Up ha chiesto un parere legale. Non saranno gli unici, annuncia Mattedi: «Davvero non si capisce quale sia l’obiettivo di un regolamento del genere. Già oggi chiediamo autorizzazioni per certe attività, quindi non riesco a comprendere». Ma il giudizio non si ferma a questo e guarda con preoccupazione allo stato della sanità trentina. «Si naviga a vista, a spot: il taglio dei primariati, poi delle guardie mediche, poi l’annuncio della riduzione degli esami. Ma manca un piano». «Le proposte avanzate dai medici al tavolo sulla riduzione della spesa - incalza Mattedi - sono state tutte snobbate dall’Azienda sanitaria. Anzi, all’incontro conclusivo l’assessora è tornata alla carica dicendo che dobbiamo dare un segnale sullo stipendio. Intanto sui punti nascita si continua a giocare proponendo soluzioni che non garantiscono la sicurezza». Quanto alla riorganizzazione ospedaliera, che nelle scorse settimane ha fatto riesplodere la protesta nei territori e dentro la maggioranza provinciale, il sindacalista attacca: «Hanno tagliato figure, nel nostro caso quattro primariati di anestesia periferica, senza un piano conseguente». Tanta carne al fuoco, dunque, alla vigilia della seduta di giunta di oggi che farà il punto sul programma e, chissà, forse dirà la sua anche sul regolamento contestato. Nei giorni scorsi non è stato possibile raggiungere né l’assessora Donata Borgonovo Re, né il direttore dell’Azienda sanitaria.
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