Medici e infermieri: «Fulmine a ciel sereno»
Nardelli (dirigenti) e Hoffer (Nursing up): «Dopo il caso Cappelletti, i controlli erano stati incentivati»
TRENTO. «Un fulmine a ciel sereno», «una grande sorpresa». È con queste espressioni che commentano l’inchiesta della procura a carico di dirigenti (tre i probabili) dell’Azienda sanitaria provinciale e di imprenditori per gare d’appalto che sarebbero state pilotate per apparecchiature sanitarie e forniture mediche, i rappresentanti sindacali delle categorie mediche e infermieristiche.
Romano Nardelli, direttore di Pneumologia ad Arco e responsabile del sindacato dirigenti medici, esordisce proprio con l’espressione di grande sorpresa. «Proprio in questa fase - afferma Nardelli - nella quale l’Azienda sanitaria ha messo in atto estrema attenzione sulla gestione delle gare e degli appalti, dopo la vicenda dell’impiegata infedele Maria Angelica Cappelletti (la funzionaria che aveva sottratto oltre 3 milioni attraverso finti rimborsi, ndr), si sperava di essere immuni da ulteriori episodi di questo tipo. Certo, si dovrà capire chi è coinvolto e a che livello, se dirigenziale o meno. Se così fosse, si tratta di un episodio preoccupante».
Facciamo presente che l’opposizione ha sparato a zero sull’Azienda sanitaria e sull’assessorato alla sanità, chiedendo «ricambio» (Claudio Cia, Agire) e «pulizia morale» (Filippo Degasperi (M5S). «Queste sono le fughe in avanti - commenta Nardelli - da parte della classe politica, ma bisognerà attendere di avere qualche particolare in più, prima di attaccare il nostro sistema sanitario». Anche per Cesare Hoffer, rappresentante di Nursing up «l’inchiesta è un fulmine a ciel sereno». «Purtroppo nonostante tutte le norme varate dallo Stato, - commenta Hoffer - con i regolamenti anticorruzione, saranno gli inquirenti ad accertare le responsabilità. È vero che non si sa ancora niente e c’è lo stretto riserbo sull’inchiesta, ma bisogna vedere a che livello è coinvolta l’Azienda sanitaria. C’è stato il precedente dell’impiegata Cappelletti, ma non si trattava di comportamenti illeciti a livello dirigenziale. Da allora, la corruzione non è stata più materia tabù, si sono incentivati i controlli, sono uscite norme specifiche, ma vuol dire che si dovrà vigilare ancora più attentamente e quello che è stato fatto non è ancora sufficiente. Se si dovesse accertare che sono coinvolti dirigenti, sarebbe grave, perché loro hanno anche una certa discrezionalità. Però siamo ancora nel campo di accertamento delle responsabilità, non mi sento di dare giudizi. Se si dovessero accertare responsabilità a livello dirigenziale, è chiaro che si dovranno prendere provvedimenti». (sa.m.)