Maxi risarcimento per le analisi sbagliate
Azienda sanitaria condannata a pagare 1 milione alla «Trento Frutta» La società aveva perso una grossa commessa dopo un responso errato
TRENTO. Calcolando anche gli interessi, la cifra si aggira sul milione di euro. Ed è quanto, in base ad una sentenza, l’Azienda sanitaria dovrà pagare alla Trento Frutta. Così ha deciso il giudice civile che indica come cifra di partenza 880 mila euro, ma su questa dovranno essere calcolati, appunti, gli interessi. Una batosta anche considerando che la richiesta iniziale avanzata da Trento Frutta era di 2 milioni di euro di risarcimento.
La questione inizia sette anni fa e il punto di partenza sono delle analisi - eseguite dall’Azienda sanitaria - che avevano fatto perdere a Trento Frutta un importante contratto. Ma andiamo con ordine. Il 4 agosto del 2005 i funzionari dell'Azienda sanitaria effettuano alla Trento Frutta di via Degasperi il prelievo di un campione di omogeneizzato alla frutta. Il prodotto doveva poi finire nei vasetti distribuiti in tutta Europa dalla Mellin, notissimo marchio di alimenti per bimbi. Quasi un mese e mezzo più tardi per Trento Frutta arriva la doccia fredda: le analisi di laboratorio hanno evidenziato la presenza di una concentrazione di patulina superiore ai limiti consentiti. Si tratta, in sintesi, di una tossina che si può sviluppare nei funghi ma la cui presenza è stata accertata anche in frutti come la mela, l'uva o la pera. Di fronte all'esito delle analisi l'Azienda intima a Trento Frutta bloccare la lavorazione e ritirare l'omogeneizzato. La merce, però, nel frattempo era uscita dal deposito di Trento e già avviata alla distribuzione. In novembre il Laboratorio di analisi dell'Istituto superiore di sanità di Roma procede all'analisi di un campione di pera Trento Frutta, riscontrando - con grande sorpresa - che il prodotto era conforme alla legge e addirittura privo di patulina. Un sospiro di sollievo per l'azienda che - però - nel frattempo aveva perso la commessa con la società olandese che aveva dichiarato la volontà di recedere dal contratto. Nel 2006 Trento Frutta rappresenta il presunto danno all'Azienda sanitaria che replica ribadendo l'assoluta correttezza del proprio operato. A Trento Frutta non resta che andare in tribunale e con un atto di citazione firmato dall'avvocato Luigi de Finis chiedere il risarcimento al giudice: 2 milioni di euro. E sempre nel 2006, dalle verifiche svolte da un perito, arriva un primo punto per Trento Frutta. Nella perizia d’ufficio, infatti, si sosteneva che il metodo di analisi usato per controllare una partita di frutta in lavorazione non fu idoneo. Dopo sei anni arriva la sentenza del giudice civile che condanna l’Azienda sanitaria al risarcimento dei danni. E la cifra è di quelle che pesano.
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