Materne, rischio accorpamenti per il calo delle nascite
Rossi: «La sfida è adattare il servizio ai cambiamenti della società»
TRENTO. Quella della Federazione Provinciale delle Scuole Materne non era un'assemblea elettiva e così l'incontro che si è svolto ieri mattina presso la Sala Conferenze della Cantina Sociale di Trento, è stata l'occasione per fare il punto della situazione di una realtà che rispecchia costantemente il mondo esterno, ma che è attesa da nuove sfide e da una continua necessità di adattamento.
Sono 136 le scuole divise in 21 circoli di coordinamento, per 365 sezioni. Gli insegnanti sono 1063 supportati da 472 operatori d'appoggio e cuochi, ai quali fanno riferimento 8289 bambini. I Nidi d'Infanzia sono 20 per 149 bambini con 175 educatori e 73 ausiliari. E da questi numeri emerge la prima criticità ovvero la contrazione ormai costante delle nascite che si riflette anche sulle iscrizioni alle scuole, con realtà penalizzate sulle quali è impossibile non intervenire anche con delle unificazioni per garantire un numero minimo di presenze.
E qui il presidente della Provincia Rossi, questa volta nel ruolo di assessore all'Istruzione, ha riconosciuto come l'accorpamento possa creare anche dei malcontenti, ma deve essere visto come un'opportunità non solo per mantenere la qualità del servizio, ma anche per migliorarla. Un altro dato indica come su 8289 iscritti, attualmente 974 (11,75%) provengano da 54 nazionalità diverse rispetto a quella italiana. Una presenza che oltre agli aspetti educativi, coinvolge anche l'alimentazione che si deve adeguare non tanto alle singole esigenze, quanto a quelle di gruppo, senza però far percepire delle diversità tra i bambini stessi.
Il presidente Giuliano Baldessari nella sua lunga relazione, ha abbracciato i molteplici aspetti di una realtà in costante evoluzione, per la quale oltre ad una continua progettualità, è necessario anche un costante confronto con il mondo scientifico, socio-culturale e politico-istituzionale: «Per fortuna che da anni è ormai in atto una consolidata collaborazione che ci permette di lavorare in sintonia a tutti i livelli e questa che è l'unica modaliità per mantenere alta la qualità dei servizi». Ed è proprio questa qualità di base che ha permesso a Rossi di realizzare la sua idea di scuola e nello specifico di trilinguismo: «Quella della scuola materna è una realtà molto delicata nella quale si intrecciano realtà diverse che hanno bisogno di un supporto continuo. Penso alle nuove povertà, ai disagi derivanti da una famiglia la cui idea è in costante evoluzione, senza tralasciare le problematiche legate a realtà di religione ed etnie diverse. Solo perché sono convinto della qualità di base che caratterizza tutto il servizio, ho potuto andare oltre pensando ad una scuola che sin dalla prima infanzia si caratterizzi con l'azione didattica del Trilinguismo».
Una innovazione che a breve partirà, dopo che proprio la settimana scorsa è stato respinto il ricorso presentato da un'agenzia interinale nei confronti dell'aggiudicazione del bando di ricerca personale. Adesso il progetto potrà decollare coinvolgendo in maniera attiva le 75 scuole finanziate dal Fondo Europeo: Mentre per l'anno scolastico in corso sono già stati assegnati sette incarichi a tempo indeterminato ad insegnanti con competenze linguistiche, nelle scuole di Arco, Fiavè, Mezzolombardo, Povo, San Martino di Castrozza. Stenico e Telve. Per i bambini si prospetta quindi la possibilità di un ulteriore arricchimento non solo culturale, ma ha detto il presidente Baldessari: «E' anche un nuovo modo di comunicazione e relazione con l'acquisizione di un diverso modo di esprimersi. Aspetto che non sminuisce mai la nostra identità, ma l'arricchisce, la potenzia e ciò vale sopratutto per i bambini».
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