Manovra, Dellai attacca Tremonti"Non toglierà un euro al Trentino"

Reduce dalla riunione romana della Conferenza delle Regioni, Lorenzo Dellai tira un sospiro di sollievo: «La conferenza - ha spiegato Dellai - ha respinto all’unanimità il tentativo del governo di dividere le regioni tra nord e sud, tra ordinarie e speciali, instillando il dubbio che noi siamo dei privilegiati»



TRENTO. «La battuta in una intervista del ministro dell’Economia non può modificare il quadro giuridico della nostra autonomia». Reduce dalla riunione romana della Conferenza delle Regioni, Lorenzo Dellai tira un sospiro di sollievo. Non tanto per il pericolo scampato di ulteriori tagli («li escludo, senza il nostro consenso»), quanto per la solidarietà incassata dalle altre Regioni.
«La conferenza - ha spiegato Dellai - ha respinto all’unanimità il tentativo del governo di dividere le regioni tra nord e sud, tra ordinarie e speciali, instillando il dubbio che noi siamo dei privilegiati».
Il documento elaborato al termine della riunione della Conferenza è molto duro. Le Regioni (ordinarie) sono disposte a rimettere al governo le deleghe su importanti materie. Viene chiesto al ministero un confronto generale sull’impianto della manovra che va rivista nel senso di rendere meno pesante ai tagli di risorse per tutto il sistema delle regione, province e Comuni. «Una manovra sbilanciata - spiega Dellai - perché i tagli a carico dei ministeri sono in proporzione molto inferiore rispetto agli enti locali e alle regioni».
Il clima generale che Dellai ha trovato a Roma è di «fortissima preoccupazione». Il presidente non nasconde il fastidio e il disagio per le dichiarazioni di Tremonit: «Il ministro, che non parla mai a casa, ha però fatto una battuta fuori luogo perché ha riguardato una Regione, il Trentino Alto Adige, che con l’accordo di Milano già ora producono risparmi di spesa allo Stato per un miliardo di euro». La domanda, dunque, è: perché il ministro ha fatto questo esempio? Dellai, una risposta, ce l’ha: «Il governo è in seria difficoltà e dunque prova, sbagliando, ad introdurre il vecchio principio del “divide et impera”, con una campagna di disinformazione e delegittimazione non casuale».
Sotto questo profilo, Dellai profetizza per i prossimi mesi una campagna di disinformazione di massa ai danni del Trentino: «Diranno che siamo privilegiati e spreconi. E vedo (riferendosi alle dichiarazioni dell’onorevole Fugatti, ndr) che qualcuno ha già iniziato a dare una mano chi vuole abilmente caricare in chiave sbagliata il Trentino».
Impegno per l’Abruzzo, costruzione del nuovo carcere. Sono solo alcuni degli esempi che Dellai cita per rivendicare l’attività profusa dal Trentino nell’ottica di un buon governo che va oltre i confini provinciale: «Per questo - continua Dellai - non accettiamo questa macelleria istituzionale per porta il sistema verso il tilt totale in un clima politico ormai velenoso». Il Trentino non si tira fuori dal clima di difficoltà attraversato dal Paese, «ma non possiamo - spiega il presidente - accettare di essere indicati come coloro che possono dare di più dopo che siamo stati i primi a riorganizzare in senso federalista la nostra finanza. E poi, cosa vuol dire “dare di più?”. Non credo che le manovre finanziarie si facciano seguendo il princpio del buon cuore».
L’accordo di Milano blinda il Trentino rispetto a ogni tentativo di mettere le mani nelle tasche dell’Autonomia: «Si tratta di un accordo diventato legge che ha modificato lo Statuto d’Autonomia e che è modificabile solo con il nostro accordo. Questo ci rende tranquilli - conclude Dellai - anche se dobbiamo vigilare con attenzione per evitare tentativi surrettizi di svuotare quel patto. E inoltre dovremo vigilare affinché il nuovo patto di stabilità che andremo a discutere con il governo non venga fissato secondo criteri irragionevoli e troppo penalizzanti».

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