Malata di tumore: arriva la visita fiscale
L’amara ironia di Chiara Dossi, di Arco, su Facebook: «Scusate se non ho risposto al campanello, avevo altro da fare...»
ARCO. E' difficile, in questa vicenda, non sentirsi partecipi dei sentimenti di rabbia e fastidio che Chiara Dossi, sociologa di 38 anni, ha manifestato con energia (e senza metafore) sul suo profilo Facebook. Chiara, originaria di Brentonico ma da anni residente ad Arco, presidente e direttrice della cooperativa sociale Arcobaleno, da febbraio sta lottando contro il linfoma di Hodgkin. Non proprio un raffreddore.
Venerdì scorso, nel tardo pomeriggio, pochi minuti prima delle 19, un medico dell'Inps ha suonato al suo campanello per la cosiddetta visita fiscale. Chiara, reduce dall'ennesimo trattamento chemio, in quel momento era alle prese con i postumi della terapia. In certi casi l'educazione, anche linguistica, è meglio lasciarla altrove: «Dite che non l'abbia sentito perché ho fatto una chemio due giorni prima e di solito i due/tre giorni successivi li passo abbracciando la tazza del cesso o, in alternativa, il cuscino?», è sbottata su Facebook la sociologa trentottenne. Morale: lei non ha sentito il campanello e non ha risposto, il medico le ha lasciato la lettera con cui veniva invitata a presentarsi a Trento oggi alle 8.30 per giustificarsi. «Una richiesta assurda per chi, come me, non può in questo momento guidare e deve evitare situazioni palesemente pericolose per un immunodepresso. Chi è nelle mie condizioni, non può e non deve preoccuparsi delle visite fiscali e delle fasce orarie, deve sentirsi libero di occuparsi della propria persona, fosse anche per andare a fare due passi in un momento in cui ci sente bene». Chiara non è andata a Trento e non ci andrà, nonostante in un primo momento avesse tutta l'intenzione di farlo, anche contro il parere dei medici che l'hanno in cura: «Voglio vedere in faccia queste persone».
Il tam-tam sui social ha ieri prodotto un primo risultato. Chiara è stata contattata direttamente da Marco Zanotelli, direttore dell'Inps regionale, e dal dottor Fabrizio Zappaterra, coordinatore del servizio sanitario dell'Inps del Trentino Alto Adige. I due dirigenti l'hanno rassicurata, esonerandola di fatto dal presentarsi a Trento e garantendole che avrebbero verificato la sua situazione. «Sono stati molto cordiali e li ringrazio – ha detto Chiara – ma non voglio che questa diventi una vicenda personale. E' una questione di giustizia, che tocca tutti quanti hanno una malattia grave: se la norma non prevede l'esenzione dalle visite fiscali, va cambiata. In questo senso ho ricevuto rassicurazioni sul fatto che cercheranno di affrontare il problema».
Quello di Chiara Dossi, evidentemente, non è il primo caso con cui ha a che fare l'Inps. Il motivo di queste visite, che appaiono come una crudele disattenzione nei confronti di chi sta conducendo una battaglia difficile, è legato alle modalità con cui vengono selezionate: «Per evitare ogni genere di arbitrio – spiega Zappaterra – la selezione è affidata ad un computer che analizza le posizioni attraverso una serie di parametri. Tuttavia, in questi parametri non c'è la patologia». Ergo: il software non distingue un'assenza per influenza da una per malattia grave. «Esiste però un protocollo interno e riservato – continua Zappaterra – attraverso il quale saniamo le situazioni come quella che oggi fa discutere, ma solo a posteriori». Cosa lodevole, senz’altro, ma non sufficiente ad evitare episodi dolorosi. Zappaterra ammette che il sistema potrebbe essere migliorato: «Ho già segnalato la cosa a Roma, è evidentemente che in molti casi il buon senso suggerisce di evitare le visite fiscali. Che, per essere chiari, non sono un piacere neppure per chi le deve fare». La questione è stata parzialmente sanata, ma solo per i lavoratori pubblici, con un decreto firmato dall'ex ministro Brunetta: «I lavoratori pubblici che si sottopongono a trattamenti salvavita godono dell'esenzione», conclude Zappaterra.
L'augurio è che la vicenda di Chiara Dossi sia il primo passo per una revisione normativa.
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