Macabra lettera al Trentino: «Abbiamo ucciso un orso»
In una busta inviata alla redazione del nostro giornale da Tione tre fotografie di un orso decapitato, sventrato e poi scuoiato e poche righe: «Questo è solo il primo. Ne seguiranno altri. Siamo stufi di Orsi. E’ ora di dare una dimostrazione». Sono il sintomo di un clima molto pesante attorno al progetto Life Ursus che prevede il reinserimento dell’orso in Trentino. La Forestale ha acquisito le foto e aperto un’inchiesta penale
TRENTO. Il timbro sulla busta bianca porta la data dell'1 giugno e l'indicazione dell'ufficio postale di Tione. E' una normale busta da ufficio che è stata inviata alla redazione del nostro giornale, ma contiene un vero e proprio orrore. Ci sono tre fotografie che definire macabre è dir poco. Le foto di un orso decapitato, sventrato e poi scuoiato. Difficile dire se si tratti di un orso ucciso qui in Trentino. Ma il messaggio che accompagna le tre immagini lo vuol lasciare intendere. Il testo è inquietante: «Questo è solo il primo. Ne seguiranno altri. Siamo stufi di Orsi. E’ ora di dare una dimostrazione». Una vera e proprio rivendicazione in stile terroristico.
La busta è stata subito consegnata al dirigente generale della Provincia Romano Masè, responsabile del Dipartimento ambiente territorio e foreste e, quindi del corpo forestale della Provincia che è organo di polizia giudiziaria. Il corpo forestale ha subito aperto un’inchiesta sull’episodio. Si vuole capire se si tratti di una rivendicazione di un atto di bracconaggio consumato in Trentino ai danni dell’orso oppure se si tratti di una minaccia molto ben studiata e confezionata con l’uso di fotografie di un orso ucciso altrove. In ogni caso, anche se le foto dell’orso massacrato dovessero essere state scattate fuori dal Trentino, il contenuto della busta è a dir poco preoccupante. Sono il sintomo di un clima molto pesante attorno al progetto Life Ursus che prevedeva il reinserimento dell’orso in Trentino. Di recente l’orso ha sbranato tre asini a Strembo e questo ha surriscaldato gli animi, ma nulla può giustificare un atto come quello mostrato dalle tre foto spedite al nostro giornale.
Adesso il corpo forestale sta studiando attentamente le immagini in questione. Da una prima analisi, Masè esprime qualche dubbio che le fotografie riguardino un atto di bracconaggio in Trentino: «L’animale ucciso potrebbe anche essere un orso nero, tipico delle foreste del nord America, e non un orso bruno, come quelli che sono stati importati in Trentino dalla Slovenia, ma che vivono anche nelle foreste della Romania. Naturalmente è troppo presto per esprimere un giudizio sicuro. Dobbiamo far analizzare le immagini dai nostri esperti di orsi». Anche altri elementi fanno pensare che le foto siano state scattate fuori dal Trentino, magari negli Stati Uniti: «L’orso è stato scuoiato all’aperto, come si capisce da questi tre scatti. Ed è molto difficile che possa essere stato fatto qui in Trentino. Sarebbe troppo pericoloso. Mentre negli Usa, ad esempio, la caccia all’orso è legale, quindi non vi sarebbe nessun problema a farlo».
Al di là di questo, però, lo stesso dirigente provinciale riconosce che si tratta di un gran brutto segnale: «In questo periodo c’è molta tensione attorno all’orso e questo è sicuramente di un segnale molto preoccupante».
In effetti le tre fotografie mostrano un vero e proprio massacro e anche il solo fatto che possa essere state usate per protesta mostra che si è giunti alla barbarie. Il messaggio allegato vuol lasciare intendere che certe persone, anche se è difficile definirle così, sono anche pronte a uccidere il tanto odiato orso.
L’analisi delle tre immagini potrà forse aiutare a individuare chi ha ideato questa macabra rivendicazione. Nella prima fotografia si vede la testa dell’orso appoggiata a terra. L’animale è stato decapitato, probabilmente proprio per poterlo scuoiare meglio e la testa è stata fotografata come in mezzo a un prato. Nella seconda immagine c’è il primo piano di una zampa dell’animale che è stata tagliata dal resto del della carcassa e appesa a un filo. Infine, la terza fotografia mostra la pancia dell’orso che è stata aperta con un taglio netto verticale, come per volerlo eviscerare. Tre fotografie che mostrano un massacro.
Altro elemento che potrà essere utile è il timbro dell’ufficio postale di Tione. La busta è stata spedita da lì, ma potrebbe averlo fatto anche qualcuno proveniente da un’altra zona del Trentino. Quello che è certo è che qualcuno ha voluto usare immagini a dir poco scioccanti per minacciare l’orso. Sempre che non si tratti di un vero e proprio atto di bracconaggio ai danni dell’orso che è un animale protetto e in Trentino non può essere cacciato.
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