«Libera» trova casa in un appartamento confiscato agli usurai
Dal 2003 sono 11 (tra appartamenti e garages) i beni entrati in possesso del Comune: ora sono alloggi pubblici
TRENTO. Un alloggio confiscato dallo Stato agli usurai diventerà la sede a Trento di «Libera», l’associazione contro le mafie fondata da don Luigi Ciotti. Un piccolo appartamento di appena 34 metri quadrati, quello ceduto dal Comune a Libera, ma con un altissimo valore simbolico per l’attività che vi troverà posto. «Garantiamo che sarà utilizzato per far lavorare la rete di associazioni che rappresentiamo e con le quali stiamo portando avanti attività di educazione e di promozione della legalità», è la promessa di Chiara Simoncelli, referente del coordinamento trentino di Libera, «realizzare la nostra sede in un edificio confiscato ha per noi una forte valenza, perché non solo al Sud, ma anche da noi, in un Trentino ricco che fa gola, lo Stato sequestra beni alla criminalità. E di questo è bene che si parli».
Sono una quindicina i beni confiscati dallo Stato in Trentino a seguito di gravi illeciti penali (quasi sempre si tratta di usura), tutti immobili tranne un terreno a Riva. Di questi, 11 sono unità immobiliari - 8 appartamenti e 3 garages - sono a Trento: alloggi in via Prepositua, via Doss Trento, via Maccani (con giardino), via Soprassasso e via Noce (a Gardolo), un rustico in stato di abbandono di 173 metri quadri (una proprietà indivisa per cui è in corso la proceduta pe rl’acquisto del 50% degli altri proprietari).
Il Comune ne è entrato in possesso a partire dal 2003, dopo una sentenza della Corte d’appello: scaduti i contratti di affitto in essere - ha ricordato la dirigente del Servizio Patrimonio Franco Debiasi - gli appartamenti sono stati ristrutturati e destinati ad alloggi pubblici affidandoli all’Itea». Tutti tranne quello di via Bepi Mor 10, che per le sue dimensioni ridotte non aveva i requisiti necessari. È nata così la scelta della giunta comunale - ha spiegato l’assessore Italo Gilmozzi - di darlo all’associazione Limen (Legality, identity, memory and environment), capofila del coordinamento di Libera, che aveva fatto richiesta per una sede in città. L’associazione verserà un affitto simbolico di 100 euro all’anno.
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