Levico, dati dell’affluenza falsati dai figli di emigrati
Su 7.231 elettori, 1.588 vivono all’estero e sono lontani discendenti di levicensi In realtà alle urne è andato il 70% dei reali residenti nel Comune e non il 54,71%
LEVICO TERME. Mentre il sindaco Michele Sartori sta meditando sulla composizione della propria giunta (4 assessori, almeno uno sarà donna - Laura Faizingher del Pd? - con 2 deleghe per l’Upt - Roberto Vettorazzi o Werner Acler e Andrea Bertoldi? - e una al Patt - Marco Martinelli? - e Lamberto Postal a guidare il consiglio?), c’è spazio per fare un po’ di conti.
Uno dei dati salienti della tornata elettorale di domenica scorsa è stata l’affluenza. Che è stata bassa, come noto. Appena del 54,71% ha comunicato ufficialmente l’ufficio competente della Regione. Ma lunedì a più voci è stato affermato: quel voto è bugiardo, vanno considerati gli iscritti all’Aire, l’anagrafe italiana dei residenti all’estero. Lo stesso sindaco ieri confermava il problema che non è solo di numeri, ma anche di organizzazione e costi per gli uffici comunali. A spiegare tutto quanto è il responsabile dell’ufficio anagrafe, Franco Vettorazzi.
«Ad oggi gli iscritti all’Aire - spiega - sono 1.823 appartenenti a 979 famiglie, quasi tutti in Sudamerica. Di questi gli aventi diritto al voto sono 1.588. Si tratta di persone che non vengono a votare alle Comunali non avendo nessun tipo di rimborso, ma che dobbiamo comunque avvisare. E c’è costato oltre 3mila euro. Dovrebbero venire a proprie spese, per una cosa che non credo interessi loro. E così il numero degli iscritti alle liste elettorali, che ufficialmente è di 7.231, si riduce a quello reale dei 5.643 che fa riferimento ai residenti nel Comune che sono circa 7.800». Il che, traduciamo noi, vuol dire che la reale affluenza alle urne non è stata del 54,71%, ma del 70,01% (3.956 su 5.643). Un dato ben diverso riguardo la rappresentatività dello stesso sindaco: un conto è aver raccolto il 58,99% del 54,41% dei levicensi (1 su 4 circa) e un altro la stessa percentuale, ma del 70% (1 su 3 circa).
Il motivo dell’elevato numero di iscritti all’Aire lo spiega ancora Franco Vettorazzi. «Tutto nasce dalla legge 379/2000 che sanava una disparità di trattamento degli emigrati trentini rispetto a quelli del resto d’Italia. Chi era emigrato prima del 1920, ed erano stati tanti, era austriaco. Ebbene quella legge dichiarava che anche chi aveva avi nella nostra terrà prima del 1920 poteva chiedere, entro il 31 dicembre 2010, l’iscrizione all’anagrafe del Comune d’origine partendo dai certificati di nascita rilasciati dai parroci. E a Levico risulta siano stati oltre 1.500. Le domande sono state tantissime nell’arco di 10 anni, l’iter lento e le pratiche sono ancora in corso tanto che anche martedì ci sono arrivate 150 domande di iscrizione all’anagrafe».