Lega divisa, Fugatti minaccia espulsioni
«Savoi gode della fiducia totale mia e del Consiglio nazionale: chi non si adegua alla linea non rappresenta più il partito»
TRENTO. «Oggi il ruolo del capogruppo Savoi è importantissimo sotto l’aspetto politico e per questo all’interno del partito gode della fiducia totale del Consiglio nazionale e del segretario che ne fa parte, cioè il sottoscritto. Solo questo conta. Chi fa politica rappresentando la Lega si deve adeguare a ciò che decide il Consiglio nazionale. Se non lo fa, deve trarne le conseguenze». Che la Lega Nord tenesse alla disciplina di partito, lo si sapeva. Che al suo interno tutto si regge attraverso logiche piramidali, pure. E che infine la storia del movimento sia anche una storia di scissioni ed espulsioni (fin dai tempi delle baruffe nella Liga veneta di inizi anni ’80), decine di dissidenti fatti scendere dal Carroccio in questi anni lo possono testimoniare. Per questo hanno un tono inequivocabile i giudizi del coordinatore provinciale, il deputato Maurizio Fugatti, sul clamoroso episodio dell’altro ieri, la quasi rissa tra i consiglieri provinciali e il loro capogruppo Alessandro Savoi, per via di una riunione “carbonara” a cui quest’ultimo non era stato invitato. Con Franca Penasa che si è addirittura rivolta ai carabinieri in seguito ai ripetuti insulti (e forse anche qualche spintone) che lo stesso Savoi le avrebbe indirizzato. Circostanza che ha peraltro dei precedenti, visto che poche settimane fa Savoi aveva pesantemente apostrofato Margherita Cogo del Pd. E infatti (vedi a fianco) puntuali sono arrivate alla Penasa manifestazioni di solidarietà da parte delle altre elette in Consiglio. Se poi si considera che la riunione doveva servire a scongiurare l’addio alla Lega da parte di Mario Casna (obiettivo peraltro fallito, passerà al più presto al Gruppo misto), si capisce come il clima, nel Carroccio trentino, sia davvero quello che precede una resa dei conti complessiva. Che potrebbe fare altre vittime.
Fugatti sta con Savoi senza se e senza ma. Liquida infatti le polemiche sul capogruppo parlando di «personalismi di chi sta forse pensando a riposizionarsi in vista del futuro: che lo facciano, ma fuori dalla Lega». Solo un pretesto, secondo il deputato, sarebbe infatti la mancata condivisione da parte dei consiglieri leghisti della linea Savoi sul taglio ai costi della politica, cioè il disegno di legge che prevede una sforbiciata del 30% a diaria e indennità. «Savoi ha seguito le linee guida del partito, il cui direttivo una decina di giorni fa aveva approvato questa posizione - spiega Fugatti - perché fattibile non demagogica, come quella invece di chi ipotizza tagli del 70 o dell’80%». E infatti, aggiunge, il ddl è stato sottoscritto anche da Claudio Civettini, «benché ancora convalescente». E sulla movimentata riunione dell’altro ieri, Fugatti si dice certo «che Savoi non abbia commesso ciò di cui viene accusato: non è uno che muove le mani, casomai la bocca», scherza. E a proposito di Casna «lo incontrerò presto: sono fiducioso che, parlandoci, la sua scelta potrà rientrare». Anche perché, aggiunge, «le sue dichiarazioni mi sembrano legate più a questioni nazionali che non locali». Comunque sia, l’avvertimento di Fugatti è chiaro: «La linea del partito è quella del Consiglio nazionale, chi non la segue non rappresenta più la Lega». E di fronte all’ennesima stagione di polemiche, e magari espulsioni, il coordinatore non fa una piega: «Ci hanno dato più volte per morti e non attraversiamo un momento di grande splendore. Ma sono nella Lega da vent’anni, ne ho viste davvero tante: supereremo anche questa». ©RIPRODUZIONE RISERVATA