Le tolgono il figlio perché è poveraL'associazione Salvamamme offre aiuti
Dopo il caso denunciato dallo psicologo Giuseppe Raspadori, arriva subito una proposta concreta per la giovane madre trentina a cui è stato sottratto il figlio neonato perché non aveva i mezzi per mantenerlo: offerti pannolini, biberon, passeggino e generi alimentari. La
TRENTO. La storia della giovane mamma trentina alla quale è stato tolto il figlio appena nato perché ritenuta troppo povera dal tribunale dei minori di Trento ha commosso tutta l’Italia. Non solo. La notizia è approdata anche a Roma, dove il Ministero per le pari opportunità di Mara Carfagna ha affermato che «non si può sottrarre la madre ad un neonato per motivazioni economiche».
In tutta Italia è partita una vera e propria gara di solidarietà. L’ufficio dello psicoterapeuta Giuseppe Raspadori, che martedì aveva denunciato il caso della mamma trentina, è stato subissato di mail e telefonate. Gente che voleva, in qualche modo, aiutare la mamma trentina a riavere il proprio figlio. Persone indignate per la decisione del tribunale dei minori di Trento. Un avvocato di Catania, esperto in casi simili, si è offerto per studiare gli atti e difendere la giovane donna. Un imprenditore veneto si è proposto per un aiuto economico concreto affinché la ventenne - che vive in una casa famiglia in una località trentina, ma chi la conosce la definisce «brava e matura» - possa riabbracciare suo figlio al più presto. Anche l'associazione Salvamamme ha offerto aiuti concreti, dal passeggino ai biberon fino ai generi alimentari.
I giudici del tribunale minorile di Trento hanno deciso di toglierle il figlio e avviare una procedura di adottabilità poiché la ragazza è stata ritenuta troppo povera. Evidentemente 500 euro al mese non sono abbastanza per essere una «madre adeguata». Decisione che ha scaturito anche la reazione di Isabella Rauti, consigliera del ministro per le pari opportunità Mara Carfagna, convinta che «l’episodio di Trento sembra essere l’ultimo di una serie di analoghe decisioni che configurano quella economica come una capacità genitoriale più determinante di quelle affettive, psicologiche o sociologiche. Ma sottrarre la madre al neonato distrugge la relazione primaria, fonte di salute fisica e mentale».
È nato anche un gruppo su Facebook. Il nome è durissimo: «Rapimento di Stato: ridate subito suo figlio a sua madre, vergogna!». Nel giro di poche ore gli iscritti hanno superato quota 200. E le frasi nella bacheca del social network sono inequivocabili. C’è chi parla di «ingiustizia», di «assurdità» aver tolto un figlio a sua madre per un «motivo così futile». E c’è chi sottolinea che questo episodio è accaduto proprio in Trentino. «In questa provincia essere poveri è un crimine, però non mancano i soldi per le divise degli Schutzen».
Lo sgomento per la notizia ha attraversato tutto il paese. Da Roma l’associazione «Salvamamme» si è resa disponibile a fornire alla giovane mamma dai biberon
al seggiolone passando per lenzuola, carrozzina, box e fasciatoio, mentre una signora benestante di Trento si è offerta di ospitare a casa sua la giovane donna col bimbo. Il tutto per riunire una famiglia che è stata divisa perché «troppo povera».
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