Le famiglie giovani senza un euro in banca

Crisi, mutui, spese e lavori precari. Le storie di tre coppie under 35: «Spendiamo tutto»


Laura Lorenzini


TRENTO. C'era una volta il gruzzolo in banca. Ogni mese si metteva via qualcosa, come le formichine. Un salvadanaio per gli imprevisti, le vacanze, la vecchiaia. Oggi le giovani coppie non riescono a risparmiare un euro. Il reddito mensile viene polverizzato da affitti, spese e rate varie. Lo dice un'indagine del Censis, che fotografa l'Italia della precarietà, economica e lavorativa.

Lo studio dice che le famiglie giovani spendono tutto il loro reddito mensile per motivi di precarietà, crisi e compensi risicati. Solo uno su quattro nuclei under 35 riesce a mettere da parte qualche soldo. Nel quadro nazionale si rispecchia anche il Trentino. I sindacati confermano l'affanno delle nuove generazioni e tre coppie testimoniano, al Trentino, l'incertezza dell'oggi e i timori sul domani, senza riserve salvavita o la possibilità di costruirsi pensioni integrative.

Primo caso: coppia con entrambi lavori dipendenti. Lei, Paola De Martin, ha 34 anni e lavora part-time in un'impresa di pulizie. Lui, Gianni, ne ha 37 e lavora come meccanico. Hanno due figli, uno all'asilo e l'altro alle elementari. Insieme guadagnano 1700 euro al mese. Cuccagna di questi tempi, pensa uno. E invece no: la coppia ci sta dentro a pelo e, anzi, spesso va in rosso in banca.

Paola snocciola le spese e i conti sono presto fatti: «Paghiamo 300 euro di affitto all'Itea - spiega -. Circa 250 euro per l'asilo. Per la spesa 450 euro, per le bollette 150, per la benzina 200. Poi c'è la rata dell'auto: altri 250. Quindi telefono e Internet, 70 euro al mese e le ricariche per i due telefonini, 50 euro». E siamo già fuori budget: 1.720 euro. Mancano, nel conteggio, l'abbigliamento e le sigarette: quasi un pacchetto al giorno per lei, circa cento euro. Come si fa a risparmiare? «Non mettiamo via un euro e stringiamo la cinghia. La pizza? Una volta ogni tre mesi. Le vacanze? Una settimana in campeggio ogni due anni. Ma a volte si chiede un finanziamento alla banca».

Altra coppia di dipendenti, con reddito mensile di due mila euro al mese. Paolo e Samanta C., 35 anni lui e 32 lei, un figlio maschio di 9 e una femmina di 8. Lui fa l'elettricista ed è dipendente di una ditta, lei è part-time in un supermercato. Hanno la casa di proprietà e anche loro risparmi in banca zero. Eppure duemila euro sarebbero quattro milioni di lire. Sarebbero. «Dieci anni fa sì erano tanti - ricorda Samanta -. Poi con l'euro tutto è raddoppiato mentre gli stipendi sono rimasti uguali. Solo il mutuo per la casa ci costa 500 euro al mese. Le bollette 200. Poi i buoni mensa e i buoni trasporto 200 euro al mese. E mettiamoci scarpe, pantaloni e maglie, libri e zaini, almeno 100 euro. Cellulari e telefono di casa 100 euro, poi benzina gomme, freni e revisione 200. Per la spesa se ne vanno 500 euro. Mettici il dentista e qualche extra ed è già tutto sfumato». Non fanno la fame, ma sono sempre strangolati: «Stiamo tutti bene e abbiamo un lavoro. Ma se succede qualcosa o uno dei due resta disoccupato?. Non c'è sicurezza».

Discorso diverso per Riccardo Trentin e la moglie, entrambi sotto i 40 anni, che superano i duemila euro e qualcosa riescono a mettere via. Ma la loro incertezza si chiama precarietà. Insegnante a tempo determinato lui alle superiori, cococo lei per il museo di scienze naturali. «Ci chiamano lavoratori atipici e questo ci bolla - dice lui con rabbia -. Vorremmo comprare una casa ma le banche ci dicono no, perché nessuno di noi due può dare la garanzia di un tempo indeterminato. Non ci fanno neanche la fidejussione. E neanche le offerte in Internet sono accessibili. Infine non ci danno prestiti Inpdap e neanche la liquidazione anticipata del Tfr». Buio anche sulla pensione: «Avere risposte sulla nostra situazione contributiva è difficilissimo. Ci trattano come persone non regolari. O come dei poveracci. Non sono un ragazzino e ho 16 anni di lavoro alle spalle, ma mi negano il diritto a costruirmi un futuro».













Scuola & Ricerca

In primo piano