Lavoro, prima emergenza per i nove mesi di Pacher
Disoccupazione al 5,8%. Ammortizzatori sociali, la Provincia garantisce 13 milioni ma la delega non è ancora operativa perché manca la pubblicazione in Gazzetta
TRENTO. Il tasso di disoccupazione in Trentino tocca il 5,8%, 4 punti in meno rispetto alla media italiana (9,8%) ma pur sempre in aumento rispetto al 4,5% del 2011. A soffrire sono soprattutto i giovani, dove i disoccupati (tra i 15 e i 24 anni) hanno raggiunto nel terzo trimestre del 2012 il 16,5%, in aumento rispetto a un anno prima (13,6%). E i segnali di sofferenza riguardano anche, specularmente, i disoccupati di lunga durata, quelli che non trovano un lavoro da più di 12 mesi: erano il 26,4% sul totale dei disoccupati un anno fa, oggi sono il 30,1%.
È questo il quadro da cui la giunta provinciale guidata da Alberto Pacher è partita ieri per definire obiettivi e azioni da qui a fine mandato, nell’autunno. Nove mesi che non saranno una navigazione a vista, ha chiarito ieri il presidente: «Quelle che vogliamo mettere in campo non sono più manovre anticongiunturali, una sorta di farmaci per curare i sintomi della malattia, ma interventi strutturali per rinforzare il sistema trentino e accompagnare la crescita che dovrebbe dare qualche segnale - questo è l’auspicio - già nel 2013.
L’analisi della giunta - affiancata dai dirigenti e dal direttore generale della Provincia Ivano Dalmonego - ieri è partita proprio dagli ultimi dati economici disponibili: se fino all’estate 2011 l’economia trentina sembrava aver imboccato la ripresa, sostenuta dalla domanda estera, dall’autunno il trend positivo si è interrotto e nel 2012 il Pil calerà tra l’1 e l’1,5%. Nel 2013 le previsioni indicano un’inversione di rotta ma ancora molto debole (il Pil dovrebbe crescere di meno di mezzo punto) in attesa di consolidarsi nel 2014.
«In questo scenario vogliamo concentrarci sugli anelli più deboli - ha detto ieri Pacher - che sono da un lato i giovani che non riescono a entrare nel mercato del lavoro, e dall’altra i lavoratori che vengono espulsi». La Provincia, come previsto nella Finanziaria, intende per esempio sostenere i contratti di solidarietà per favorire il ricambio generazionale dei lavoratori attraverso l’integrazione del reddito ai lavoratori a cui viene ridotto l’orario di lavoro, e avviare misure sperimentali come il reddito di qualificazione per i giovani che vogliono completare il proprio ciclo di studi.
Ma è sul fronte degli ammortizzatori che si apre una fase calda. L’allarme dei sindacati riguarda per il 2013 gli ammortizzatori in deroga - cassa integrazione e mobilità in deroga - per i quali lo Stato ha destinato il 25% di risorse in meno rispetto all’anno scorso: un taglio che rischia di far esplodere il «Progettone». Ecco perché la Provincia punta ad attuare in tempi stretti la delega sugli ammortizzatori sociali approvata dal governo il 21 dicembre, «ma ad oggi - spiega Pacher - stiamo ancora aspettando la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, entro giugno vorremmo sottoscrivere gli accordi con il ministero del lavoro e l’Inps». Ieri si è tenuta una conferenza d’informazione promossa dal presidente del consiglio provinciale con la Commissione dei 12, i consiglieri, sindacati, imprenditori, Inps e Regione. La Provincia ha garantito che stanzierà le risorse necessarie per l’attuazione della delega ed eventualmente per rafforzare la struttura di Agenzia del lavoro: 13 i milioni di euro a bilancio, ma secondo i sindacati ne serviranno di più. In attesa che la delega diventi operativa, già oggi la legge regionale consente di migliorare i trattamenti previsti dalla riforma Fornero: tra gli obiettivi un regime transitorio - già allo studio da parte dell’assessore regionale Martha Stocker - con il prolungamento di 4 mesi (da 8 a 12) dell’Aspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego, E per monitorare tutti gli interventi in campo per l’economia sarà costituito un gruppo tecnico, «ma non chiamiamolo tavolo», avverte Pacher.
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