Lavis, sì della Provincia alla variante del Prg

Rivoluzionata la cartografia, che si basa sui criteri catastali più aggiornati Un iter lungo 5 anni, contestato dalle opposizioni perché “manca una visione”


di Daniele Erler


LAVIS. La Giunta provinciale ha approvato ieri la variante al Piano Regolatore di Lavis. Si conclude così un percorso lungo e discusso, che ha tenuto banco anche nel dibattito politico, nel corso degli ultimi anni.

È innanzitutto una buona notizia per quanti erano in attesa – ormai da tempo – dell’aggiornamento della cartografia del paese. Una serie di richieste puntuali in campo urbanistico, fatte dai privati negli ultimi anni, trovano finalmente accoglimento. La speranza è che possa rappresentare l’atteso stimolo, per una ripresa dell’attività edilizia sul territorio del Comune. Quel settore, ovvero, che di recente ha registrato una netta flessione.

Con il diretto riflesso nell’imprevista diminuzione degli oneri di concessione, incamerati all’interno del bilancio del Comune (come riportato dal Trentino, sabato scorso). La vera portata innovativa della variante è però in un aspetto tecnico. La cartografia del piano regolatore non si basa più su un’ortofoto, ma su un disegno di tipo catastale. In concreto, significa una maggiore precisione nella definizione delle diverse aree del piano. Ovvero, meno errori e più semplicità, nell’espletamento delle procedure urbanistiche. Anche grazie ad un aggiornamento delle convenzioni, di tipo informatico, secondo i più recenti criteri stabiliti dalla Provincia. Per di più opere che rappresentano ormai una realtà – come la tangenziale Trento Nord Rocchetta, ma anche le varie scelte del Piano urbanistico provinciale – trovano ora anche il loro corrispettivo cartografico a livello comunale. Fin qui gli aspetti positivi, sottolineati dal punto di vista dell’amministrazione.

Ovviamente non è, però, tutto oro ciò che luccica. Nel senso che, cambiando prospettiva, la stessa variante è stata oggetto delle pesanti critiche delle minoranze. L’opposizione attacca soprattutto il fatto che non presenterebbe, a loro dire, una vera visione programmatica. Giancarlo Rosa di ViviLavis l’ha definita in passato come «un coacervo d’interessi privati». Un’innovazione tecnica e una risposta alle richieste dei singoli cittadini, che mancherebbe però del lato più importante di un piano regolatore. Ovvero, di una visione politica su ciò che sarà Lavis nel futuro.

Il percorso della variante – partito alla vigilia delle ultime elezioni comunali – ha richiesto in fondo ben cinque anni, con due diverse adozioni intervallate da polemiche e ripensamenti. Parte delle scelte fatte dall’amministrazione in passato – come la Cittadella dello sport ai Torbisi, o i parcheggi alle Masere, o l’area residenziale ai Cinque comuni – sono state stralciate o ridimensionate, nella variante ora approvata. Di fatto, con ieri si è arrivati comunque all’epilogo di una vicenda annosa, sulla quale rimangono i contrasti politici, che torneranno probabilmente al centro della discussione nei prossimi mesi di campagna elettorale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano