LaVis e Irpef, dal Pd doppio stop a Rossi

Braccio di ferro in giunta: rinviato lo sconto sull’addizionale regionale Verifiche per indirizzare l’aiuto alle categorie escluse dal bonus del governo



TRENTO. Braccio di ferro era annunciato e braccio di ferro è stato ieri in giunta provinciale tra il presidente Ugo Rossi e gli assessori del Pd. Due le delibere pesanti che sono arrivate sul tavolo: quella sul salvataggio della cantina LaVis con un’operazione di leaseback da 8 milioni di euro, e quella sulla riduzione dell’addizionale Irpef (prevista dalla Finanziaria provinciale) per i redditi fino a 28 mila euro, una misura che vale complessivamente 14 milioni di euro. Una doppia partita finanziariamente e politicamente pesante, dove le posizioni in campo alla vigilia si presentavano lontane. E ieri hanno dato vita a un duro scontro dentro l’esecutivo: da un lato il governatore che puntava a portare a casa le due delibere così com’erano scritte, dall’altra il maggiore partito della coalizione deciso a piantare alcuni paletti. Uno scontro che ha avuto una rappresentazione plateale ieri durante la conferenza stampa, dove Rossi non ha trattenuto la rabbia nei confronti dell’assessora del Pd Donata Borgonovo Re, intervenuta pubblicamente sul caso LaVis (ne riferiamo nell’articolo in basso, ndr).

Giunta, seduta infuocata. E così ieri la seduta di giunta ha vissuto i tempi supplementari: cominciata alle 8 di mattina, si è conclusa solo alle 13. Facendo slittare la conferenza stampa convocata a mezzogiorno in sala Belli per la presentazione delle delibere approvate dall’esecutivo e per la firma di un protocollo tra la Provincia e la Cooperazione. Presidente e assessori si sono presentati alla stampa con un’ora e un quarto di ritardo: a memoria dei cronisti di più lunga data, non era mai accaduto. Perfino il presidente della Federazione della Cooperazione Diego Schelfi ha dovuto armarsi di pazienza e attendere: «Staranno discutendo della LaVis, immagino...», il suo commento in corridoio con i giornalisti.

Archiviata la firma dell’accordo con Schelfi, si è passati così ai due temi caldi.

Taglio all’addizionale Irpef. La diversità di vedute è nata alla luce del bonus Irpef da 80 euro del governo Renzi, arrivato successivamente alla scelta della giunta provinciale di tagliare l’addizionale regionale dall’1,23% allo 0,90 per i redditi fino a 28 mila euro. «Una volta verificato che il provvedimento del governo non ha un effetto diretto sulle nostre entrate - ha esordito ieri Rossi - siamo in grado di applicare così com’è la nostra norma. La giunta - ha aggiunto - si riserva di verificare se non sia possibile individuare delle categorie di contribuenti sulle quali finalizzare meglio il nostro contributo».

Delibera rinviata. Il dato di giornata è che la delibera non è stata approvata. La verifica sarà svolta in tempi brevi, «una settimana», preannuncia il governatore. «L’effetto della riduzione dell’addizionale - ribadisce - non è risolvere i problemi di bilancio delle famiglie, a favore delle quali la Provincia ha comunque stanziato nella Finanziaria risorse per 120 milioni di euro, ma rilanciare i consumi cercando di favorire la timida ripresa in atto. Questa era la ratio della norma, che resta intatta».

Le riserve di Olivi. Sulla non opportunità di mantenere lo sconto provinciale si era espresso qualche giorno fa il vicepresidente Alessandro Olivi. Il quale aveva manifestato tutte le sue riserve: «Ha senso aggiungere 8 euro al mese, ma in molti casi di meno, al bonus di 80 euro al mese del governo? O è meglio dirottare i 14 milioni che abbiamo stanziato su altre iniziative complementari, altri sgravi Irap, ammortizzatori, politiche del lavoro per i giovani?». Sulla stessa lunghezza d’onda si erano espressi i sindacati e la Cgil anche nei giorni scorsi è tornata a chiedere che le risorse provinciali siano piuttosto utilizzate per le categorie - come lavoratori autonomi e pensionati - esclusi dal bonus nazionale. Una posizione questa rilanciata alla vigilia della giunta dalla segretaria del Pd Giulia Robol.

Categorie escluse. Ieri Rossi si è limitato a parlare di «categorie di contribuenti su cui finalizzare meglio i contributi, che ne abbiano maggiore necessità perché escluse dagli 80 euro del governo». «Servirà un approfondimento - ha aggiunto - per vedere se è possibile individuare una soluzione tecnica praticabile». Si cercherà dunque di vedere se e come è possibile modificare la norma così com’era stata scritta nella legge finanziaria. Ma se il governatore ieri l’ha presentato come un rinvio tecnico in attesa di una verifica che potrebbe anche non approdare a nulla, in casa Pd si sottolinea che la delibera così com’è arrivata ieri sul tavolo della giunta - pronta per dare il via libera al taglio dell’addizionale - non è stata approvata. Sia il presidente sia il vice hanno provato ad archiviare gli episodi di ieri come una normale dialettica all’interno dell’esecutivo. Resta il fatto che i rapporti tra Rossi e il maggior partito della coalizione in questo momento segnano bufera. Con quali strascichi sulla giunta lo si capirà nelle prossime settimane.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

la storia

«Fiuto e determinazione, così presi Marco Bergamo» 

Va in pensione Arervo, il poliziotto che il 6 agosto 1992 mise le manette al serial killer dopo una caccia durata tutta la notte. «Nell’83 vidi il corpo di Marcella Casagrande. Certe cose ti segnano per sempre»


Luca Fregona