Lampioni, Trento ha già spento la luce
Impianti a led “risparmiosi” in tutta la città e, presto, il telecontrollo che permetterà di ridurre i consumi di oltre il 20%
TRENTO. Trento ha già spento la luce, come chiede di fare il governo Monti. In realtà l’operazione “Cieli bui” prevista dalla legge di stabilità non vuole lasciarci al buio, come si era temuto in un primo momento. L’obiettivo è semplicemente di ricorrere a tecnologie per il risparmio energetico, cosa che Palazzo Thun sta facendo da tempo.
«Già adesso gli impianti di illuminazione pubblica sono dotati di controllo di potenza», spiega l’ingegner Bruno Delaiti, responsabile del servizio Opere di urbanizzazione primaria del Comune. «Il sistema si attiva dalle 21.30-22 fino al mattino e riduce di circa un 20% l'intensità luminosa e il conseguente consumo».
Da una decina d’anni ormai, Trento impiega questa tecnologia, che fa risparmiare denaro pubblico. Sono stati sostituiti tutti i vecchi punti luce con impianti al sodio o a led, meno dispendiosi ma comunque in grado di garantire una buona resa. «In tante città ci sono ancora i lampioni al mercurio o senza sistemi di risparmio energetico», precisa Delaiti.
C’è poi una “fase 2” che è ai blocchi di partenza. «Abbiamo finanziato già i lavori per installare sistemi di telecontrollo che permetteranno un'ulteriore riduzione puntuale sulle linee soggette a questo trattamento». I punti luce interessati sono 750 sui 13.350 totali: «Coprono tutto il centro storico, il parco della Clarina e la linea che sale dalla città a Martignano, attraverso via delle Missioni Africane. Questa tecnologia ha un vantaggio: mentre il controllo di potenza permette una riduzione massima del 20%, perché sopra questo livello comporta una caduta di tensione che non garantisce la funzionalità della rete, con la riduzione punto per punto si può andare oltre, anche se dobbiamo sperimentare di quanto».
Il progetto, da 300 mila euro, è stato finanziato dalla Provincia, sotto il controllo dell'Università. «Abbiamo da poco iniziato i lavori preparatori - informa il dirigente - e per la metà dell'anno prossimo dovremmo averli ultimati. Poi l'ente terzo certificherà il risultato». Per ottenere il contributo, Palazzo Thun ha partecipato a un bando dell'Ape, l'Agenzia provinciale per l'energia.
L’operazione “Cieli bui” - recita una nota del governo - punta a ridurre gli eccessi attraverso“la reingegnerizzazione della rete di illuminazione pubblica, segnalata da oltre 8000 cittadini e predisposta con il contributo dell’associazione Cielobuio”. I Comuni italiani infatti spendono ogni anno oltre un miliardo di euro per l’illuminazione pubblica. Ma circa la metà di questa cifra potrebbe essere risparmiata adottando specifiche cautele o dotando i lampioni di tecnologia led a basso consumo.
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