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La via cambia nome e lui non paga

Imprenditore non aveva ricevuto una cartella esattoriale, ma non è colpa sua



TRENTO. L’Agenzia delle Entrate gli aveva inviato una cartella esattoriale da 10 mila euro per il mancato pagamento dell’Iva. Però il legale rappresentante di una società con sede a Trento nord non l’aveva mai ricevuta. Questo perché il Comune di Trento nel 2010 aveva cambiato il nome della strada nella quale ha la sede della società. Così l’anno successivo alla società è arrivata una cartella esattoriale raddoppiata. Non più 10 mila, ma ventimila euro da pagare. Dal momento che sono stati aggiunti gli interessi di mora e le sanzioni. Il titolare dell’azienda quando si è visto recapitare la cartella esattoriale è caduto letteralmente dalle nuvole. Un po’ la reazione che hanno tutti quando arriva quella busta verde con il simbolo dell’Agenzia delle Entrate. Tutti quando la ricevono dal postino la stringono con un sentimento misto tra il terrore e la rassegnazione. Lo stesso sentimento che aveva il titolare della società.

L’uomo quando ha visto la mazzata dal fisco ha subito interpellato l’avvocato Paolo Dal Rì per studiare il caso. Il legale ha subito capito che buona parte della cartella esattoriale era dovuta a oneri che nulla avevano a che fare con la condotta dell’imprenditore. Così ha subito cercato di individuare il motivo la prima cartella non fosse arrivata a destinazione. Una breve ricerca negli archivi dell’Agenzia delle Entrate ha mostrato come la cartella fosse stata inviata al vecchio indirizzo.

Così è partito il ricorso alla Commissione tributaria contro l’Agenzia ed Equitalia. Nell’atto l’avvocato Dal Rì spiega che il comune di Trento nel febbraio 2010 aveva cambiato nome alla strada in cui ha la sede la società. Il Comune aveva provveduto a cambiare i cartelli stradali e aveva dato comunicazione a tutti gli uffici pubblici, compresa la Camera di commercio dove è registrata la società. Per questo motivo il titolare della società è venuto a conoscenza la prima volta che aveva un debito con il fisco solo nel 2013, quando è stato avvisato solo caso.

Il legale, quindi, ha dimostrato che c’era un evidente errore di notifica. La prima cartella esattoriale non era arrivata a destinazione per un errore di chi doveva notificare l’atto e, quindi, non aveva pagato per problemi che non dipendevano dalla propria volontà. L’avvocato Dal Rì ha anche spiegato che non poteva essere la società a pagare le conseguenze di un errore non suo. La Commissione Tributaria gli ha dato ragione e ha annullato le sanzioni e gli interessi di mora, così la società ha pagato solo l’imposta.













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