La Vallagarina e il vino nuova linfa per il turismo

Il presidente dell’Apt Berteotti ha incontrato i cantinieri per migliorare la promozione del territorio: servono un marchio, più cartelli e una “regia”


di Michele Stinghen


ISERA. Un marchio, una rete di informazioni migliore, più cartelli, fare da "regia": queste sono alcune delle richieste emerse dai rappresentanti delle cantine, durante l'incontro di ascolto promosso lunedì scorso dal nuovo presidente dell'Apt, Germano Berteotti. Molte delle quali sono le stesse di 15 anni fa, come ha fatto notare, al termine dell'incontro, Stefano Landi, consulente dell'Apt. I temi quindi sono rimasti gli stessi rispetto agli albori del "turismo del vino", che resta ancora un entità non abbastanza definita. L'Apt è però convinta di una cosa: il vino (assieme alla cultura) può essere il simbolo della promozione turistica della Vallagarina, un'area difficile da promuovere e comunicare poiché disomogenea. Senza però dimenticare che non si può prescindere dal Trentino, area già di per sè assai piccola. Questi argomenti sono stati ribaditi dall’assessore provinciale Tiziano Mellarini e da Paolo Manfrini, direttore di Trentino Marketing.

Il Trentino è una briciola nel mondo: ne è ben conscio il vignaiolo Eugenio Rosi, che ha invitato a tenere i piedi per terra e ad essere umili: «In Italia non si parla di Vallagarina e si parla poco di Trentino. C'è da crescere e lavorare con coerenza (che non c'è stata), e la prima cosa che porta promozione è quello che si fa». Ad esempio, suggerisce Rosi, in Vallagarina si fa il marzemino. All'Apt i cantinieri chiedono un'informazione puntuale su ciò che accade in Vallagarina, dove indirizzare i turisti (suggerito da Alessandro Marzadro delle distillerie e da Nicola Balter); ad Avio a volte ci si sente periferia (Libera della cantina di Avio), una segnaletica all'uscita dell'autostrada e sulle strade (Marco Manica, Longariva), la tutela del paesaggio (Guerrieri Gonzaga), una regia efficace che valorizzi le singole eccellenze (Walter Salizzoni). All'incontro voluto da Berteotti era presente anche l'assessore provinciale Tiziano Mellarini: «Non siamo ancora riusciti a creare un sistema in cui la vite sia simbolo di questa valle. Ben venga questo incontro, dove finalmente tutta la Vallagarina della viti-enologia si ritrova tutta assieme». L'assessore ha invitato a giocare di squadra: «Manca rispetto all'Alto Adige una cultura dell'accoglienza. Allorquando un prodotto dà risposte, non esistono nè sabato nè domenica». Come in Valtellina, dove le cantine sono sempre aperte la domenica. O come nella zona del cognac in Francia, dove, prima di vendere una bottiglia, si invita il cliente ad assaggiare quella di un'altra azienda. Qualcosa di ancora impensabile da noi. E così mentre da noi il turista acquista solo una bottiglia, in Francia torna a casa con due.

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