La «Trentini nel mondo» si rinnova
Cambierà lo Statuto dell'associazione. E arriva pure un social network
TRENTO. Non più solo i migranti e i loro figli, ma anche professionisti, studenti Erasmus e imprenditori "delocalizzati" ed "eccellenti". Il mondo cambia e con lui cambia anche "Trentini nel mondo". La storica associazione, nata per sostenere i trentini migranti a mantenere i contatti con la loro terra ed aiutarli nelle difficoltà, si evolve in modo radicale. A partire dallo Statuto: «Abbiamo dato mandato a dei professionisti esterni di revisionarlo, lo faranno entro la fine dell'anno» spiega Alberto Tafner, presidente di una Onlus radicata nel mondo con più di 250 circoli, che poi continua: «Non siamo più una terra di migranti e rischiavamo di perdere il nostro senso. Con coraggio abbiamo scelto di evolverci». Un'evoluzione forte, che porterà "Trentini nel mondo" a diventare anche una sorta di network, in modo da servire i nuovi trentini nel mondo. Tenendo però anche conto che pure la madrepatria ha bisogno di loro, partendo da un dato: in provincia i trentini sono circa 500 mila, nel mondo ce ne sono almeno il doppio, un milione».
Persone che hanno, innanzitutto, bisogno di comunicare. Per questo è appena nato Next, un progetto nato in collaborazione con l'Fbk che si prefigge un obiettivo ambizioso: «L'idea è quella di fare rete» continua il presidente che ha superato la metà del suo mandato. Ecco allora l'idea: sviluppare un pro/social network (una via di mezzo fra Facebook e LinkedIn) che metta in contatto tutti coloro che hanno la necessità, fra trentini, di stare in contatto.
«Dobbiamo mantenere viva l'idea propria di una Onlus e allo stesso tempo ampliare il nostro ambito di azione: lo faremo riferendoci anche ai trentini "d'eccellenza"» spiega ancora Tafner. Un possibile esempio potrà essere quello della comunità di Colatina, una città di 100 mila abitanti in Brasile dove vi è una forte comunità trentina. Lì è diffusa una particolare malattia genetica che rende i giovani ciechi nel giro di poche settimane. «Mi piace pensare che attraverso Next ci possa essere qualche altro trentino nel mondo che possa aiutarli scientificamente».
Ma a parte queste importanti novità che sono destinate a cambiare radicalmente l'associazione nata più di 50 anni fa e che quest'anno chiude i suoi bilanci in leggero attivo (4,65 milioni di euro le entrate, 4,64 milioni le uscite), forte rimane l'attaccamento alle attività di solidarietà tradizionali. E qui Tafner si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Ci dicono che andiamo a fare gite di piacere e a costruire, ad esempio in Argentina, cattedrali nel deserto: si chiama solidarietà. Chi non lo sa è solo un ignorante» conclude il presidente. (a.m.)